Un Festival valorizza i palazzi storici

Museo di Scienze Naturali, scuola “Cristoforo Colombo“, ma anche la sede della Camera di Commercio e quella dell’Inail. Palazzi moderni, figli della ricostruzione post-bellica, che nell’immaginario collettivo appartengono ad un passato troppo recente per esser considerati patrimonio storico, ma che sono espressione di un’epoca da riscoprire. Per questo, gli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Brescia e Bergamo hanno voluto valorizzarli, nell’anno di Capitale Italiana della Cultura, con il progetto Labb–Love Architettura Bg Bs, nato dalla collaborazione fra i due Ordini, con Fondazione architetti Bergamo, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Bergamo, Università degli Studi di Brescia, Università di Porto. L’obiettivo è di riscoprire il valore dell’architettura contemporanea, come esempio di rigenerazione urbanistica.

Questo è stato anche il filo conduttore del Festival partito il 22 maggio e che si concluderà oggi. La giornata di ieri è stata dedicata nello specifico a “Ereditare: Ri-conosciamo la città“, iniziata con la posa delle prime targhe identificative degli edifici di valore architettonico e culturale realizzati dal 1945 al 1980, alla presenza anche del presidente dell’Ordine nazionale Francesco Miceli. Le targhe, predisposte grazie ad un accordo di ricerca scientifica col Politecnico di Milano, contengono una breve informativa di base sull’opera ed un QrCode che rimanda al sito www.lovearchitetturabgbs.it. Emblematica la scelta di inserire anche il Museo di Scienze, che dovrebbe essere abbattuto, vista la sua inagibilità. A seguire, saranno apposte le targhe su altri 5 edifici in città (la sede dei servizi municipalizzati di via Lamarmora, l’allestimento del Museo delle Armi Luigi Marzoli, l’autosilo 1 di via Vittorio Emanuele II, la Facoltà di Ingegneria, la scuola elementare ‘Quasimodo’) più sei in provincia, mentre sono 21, nel complesso, quelli di Bergamo. Federica Pacella