GABRIELE
Cronaca

Treno in ritardo. Un ricordo meraviglioso

In questo articolo, Gabriele Moroni racconta un ricordo di cinquant'anni fa, quando un ritardo del treno gli ha regalato un pomeriggio indimenticabile. Giorgio Faletti ci ricorda che i ricordi hanno bisogno di molto tempo per sparire, ma basta un nulla per riaffiorare.

Moroni

Antivigilia di Natale. Ultimo giorno di scuola prima delle sospirate vacanze. Il treno di noi studenti pendolari era in ritardo, ritardo imprecisato. "Ma che bello", abbiamo pensato tutti per una volta, come se ci fosse stato regalato un imprevisto supplemento di vacanze. All’uscita dalla stazione ho incontrato una delle ragazze più carine della mia classe. Senza pensarci due volte, mi ha chiesto di accompagnarla nel pomeriggio per le compere natalizie. Nemmeno per un attimo ho pensato di dirle di no. Telefonata a casa per avvertire che mi sarei fermato, rapida pizza, sempre con l’occhio all’orologio. Ho imparato che anche l’attesa può essere bella, piacevole. Pomeriggio meraviglioso, indimenticabile, purtroppo trascorso troppo in fretta. Grazie, amico treno, per non esserti palesato. Per bloccarti hai scelto il giorno, il momento giusto. Dimenticavo. Lo devo proprio dire? Ma sì, lo dico. Tutto questo accadeva più di cinquant’anni fa. È il caso che riscriva questa mail usando il passato remoto anziché il passato prossimo?

Daniele, Legnano

No, amico Daniele. Va benissimo così. Perché (sarà banale ma è assolutamente vero) i ricordi, soprattutto certi ricordi, non hanno tempo. Hanno la particolarità di essere sempre lì, vivi, presenti, come se gli accadimenti a cui sono legati si fossero verificati non mezzo secolo ma una settimana fa. E sono lì, come in attesa, pronti per essere richiamati, accesi, ravvivati. Ce lo spiega bene Giorgio Faletti con una bellissima frase che dedichiamo a Daniele e a tutti: "I ricordi hanno bisogno di molto tempo per sparire. Ma basta un nulla per riaffiorare. Una voce, un suono, un’immagine, un profumo, un odore".

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