MICHELE BROGGIO
Cronaca

Teglio, forestali mettono i sigilli nella cava della Tmc

Il provvedimento è scattato a causa di un’attività non autorizzata con deposito abusivo di materiale

Un carabiniere forestale a fianco della pala meccanica

Teglio,  15 febbraio 2020 - Grosso sequestro quello effettuato a Teglio – tra ieri e giovedì – dai militari del gruppo carabinieri forestali di Sondrio ai danni della TMC, importante azienda della zona che si occupa dell’estrazione di ghiaia e sabbia e tratta prodotti in calcestruzzo. Il sequestro è stato effettuato dai militari in seguito all’individuazione di un’attività di cava non autorizzata con deposito abusivo di materiale incoerente, di provenienza non nota, in sostanza rifiuti non pericolosi. I forestali, quattro uomini impegnati nella giornata di giovedì e due nel primo pomeriggio di ieri, hanno quindi posto sotto sequestro una vasta area – si parla di 8mila e 500 metri quadrati totali - della TMC di Teglio. "La zona adibita a cava - spiega il colonnello Andrea Turco, alla guida del Gruppo carabinieri forestali - ha un’estensione di circa 7mila metri quadrati. Il materiale depositato abusivamente ammonta a 30mila metri cubi. Si tratta di cifre stimate, ora occorrerà effettuare rilievi tecnici per accertare le esatte dimensioni".

Dagli accertamenti effettuati dai militari sembrerebbe che l’azienda non avesse le dovute autorizzazione per poter effettuare attività di estrazione di materiale lapideo, in particolare quelle ai fini edilizi e quella ambientale. Da qui l’accusa, contestata al legale rappresentante della società che è anche il proprietario del terreno, di abuso edilizio e abuso ambientale: l’uomo è stato denunciato in stato di libertà. I carabinieri forestali, oltre ad aver posto sotto sequestro l’intera area, hanno anche messo i sigilli a due mezzi che si trovavano sul posto (un camion di colore bianco di marca Iveco da cantiere e una pala meccanica cingolata): l’ipotesi che che presumibilmente venissero utilizzati proprio per effettuare l’attività estrattiva.

L’operazione è stata avviata su iniziativa dei carabinieri forestali – che hanno provveduto ad informare la Procura. Nei prossimi giorni le indagini proseguiranno. Sarà infatti necessario accertare se il deposito di materiali abbia provocato danni al vicino corso dell’Adda anche se, per ora, data anche la natura non pericolosa dei materiali stoccati all’interno del sito posto sotto sequestro dai militari l’ipotesi non sembra essere presa in considerazione. Non è la prima volta che una ditta del settore edile finisce nei guai con la Giustizia, anche perché le normative sul deposito e trasporto dei materiali sono diventate sempre più stringenti nel corso degli anni.