Tari, il sindaco dichiara guerra ai furbetti

Scovati anche baristi e ristoratori che non pagano l’occupazione del suolo pubblico. A dare una mano in municipio arrivano universitari

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In quella che è una delle città più turistiche della Lombardia si sono accorti che tanti ristoranti e bar non pagano, o non lo fanno del tutto, la Tari e la tassa di occupazione del suolo pubblico. Così a Como il sindaco Alessandro Rapinese (foto) ha deciso di passare al contrattacco a suon di cartelle esattoriali e con la minaccia, che promette di mettere in pratica al più presto, di colpire nel vivo chi non è in regola impedendogli di esporre i tavolini. "A partire dal 1 ottobre solo chi sarà in regola e avrà pagato tutto potrà utilizzare anche le aree esterne ai propri locali – garantisce il primo cittadino – Stiamo lavorando a un nuovo regolamento per l’occupazione del suolo pubblico che prevede, a carico degli esercenti, di non avere alcuna situazione debitoria con il Comune, quindi non solo di essere in regola con la Tosap". A dare una mano agli impiegati dell’ufficio tributi sarà una delegazione di studenti dell’Università dell’Insubria che faranno un’esperienza di studio e lavoro in municipio e in particolare si occuperanno della redazione materiale degli atti di accertamento e riscossione. "Far pagare le tasse è una precisa responsabilità dell’amministrazione, in questa città ora si controlla tutto – conclude il sindaco - Una proroga fino a fine gennaio che verrà concessa soltanto a chi è in regola con tutti i pagamenti comunali vedremo, dopo i controlli, nelle prossime settimane chi potrà ottenerla". Non dovranno mettere mano al portafogli solo i commercianti, in Comune si stima che ci siano almeno 2.800 famiglie che non hanno versato la Tari.

Roberto Canali