Cosio Valtellino, Svetlana Balica: il giallo del corpo che non si trova

Dopo l'inverno riprendono per pochi giorni le ricerche

Svetlana Balica è emigrata anni fa dalla Moldavia per cercare lavoro e si è stabilita in Valtellina

Svetlana Balica è emigrata anni fa dalla Moldavia per cercare lavoro e si è stabilita in Valtellina

Sondrio, 11 giugno 2018 -  Un ultimo tentativo, due giorni di ricerche a tappeto, al lavoro una taske force che si sta organizzando e preparando in questi giorni. Poi, dopo il prossimo fine settimana, se non ci saranno ancora tracce di Svetlana Balica, la 44enne moldava scomparsa da oltre 7 mesi, a cavallo tra l’ultimo giorno di ottobre e il primo di novembre dell’anno scorso, le indagini sul suo presunto omicidio verranno archiviate. Mancano pochi giorni alla possibile svolta dell’intricato caso che ha scosso Cosio Valtellino, svolta o chiusura del fascicolo, non c’è più spazio ulteriore per indagare. Sabato e domenica i carabinieri, che conducono le indagini da novembre scorso, insieme a Vigili del fuoco, Soccorso alpino della Finanza, Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico e Protezione civile saranno impegnati in Bassa Valle per fare un ultimo tentativo di ritrovare il corpo che, secondo la Procura di Sondrio che coordina le indagini, sarebbe stato occultato dal marito Nicola Pontiggia che, dopo averla uccisa, forse strangolandola, e averla fatta sparire si sarebbe tolto la vita inscenando un assurdo incidente sul lavoro. Non si sa, al momento, dove si concentreranno le ricerche negli ultimi due giorni a disposizione prima di chiudere il caso.

«Abbiamo ricostruito quello che è avvenuto. Il piano in Prefettura è stato riaperto di recente dopo la pausa invernale – ha spiegato qualche settimana fa il procuratore di Sondrio, Claudio Gittardi – e speriamo porti a risultati concreti. In ogni caso, prima dell’estate, l’indagine sarà chiusa». E così sarà, quindi, se la due giorni di ricerche, fissata nei giorni scorsi ora che le condizioni meteo sono tornate favorevoli, non darà esito. Dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Nicola Pontiggia e la scoperta dell’assenza della moglie Svetlana Balica, forze dell’ordine e volontari trascorsero giorni interi a perlustrare il territorio. Si partì dall’area adiacente alla ditta Castelli, dove Pontiggia lavorava e si è tolto la vita e dove, stando alle immagini delle telecamere all’interno del capannone, secondo gli inquirenti avrebbe portato il corpo già senza vita della moglie prima di disfarsene. Si controllarono poi le rive dell’Adda e la strada per Bema, frequentata da Pontiggia.