
Olmo Fumasoni (National Press)
Sondrio, 9 luglio 2015 - Vivere di mirtilli in Valtellina.La sfida parte da lontano. Olmo Fumasoni è adolescente quando prova a portare il mirtillo selvatico nei terreni vicino a casa. «Esperimento fallito», ricorda. «Quella pianta ha bisogno di un habitat particolare». Il mirtillo, però, lo incuriosisce. «Volevo approfondirne la conoscenza. Ho provato a piantare quello gigante americano e ha funzionato». Oggi, a 27 anni, con l’esperienza di chi, nato geometra, si è costruito agricoltore - «il tutto fare per eccellenza » - ha anche una spiegazione tecnica: «La Valtellina ha terreni unici, permeabili. Ci sono tanti conoidi (coni di suolo e detriti,ndr): l’acidità data dalla presenza dei boschi è adatta al mirtillo».
A 17 anni, il giovane Fumasoni affitta a Berbenno un terreno di tremila metri con 700 piantine. Grazie a finanziamenti europei l’investimento cresce. L’area deputata a mirtillo diventa di due ettari e mezzo (più di 20 mila metri quadrati). «A 18 anni ho aperto un’azienda agricola: la mia passione è diventata un lavoro che anno dopo anno è cresciuto. Prima caricavo gli attrezzi agricoli sulla Vespa. Poi è arrivata la patente, l’auto, il furgone».
Da allora i mirtilli hanno permesso a Olmo Fumasoni di vivere e dare lavoro. «Il mercato chiedeva e chiede mirtilli di buona qualità: subito il riscontro è stato buono e mi ha permesso di investire quanto guadagnavo nella rasformazione della materia prima e in nuove sfide. Nel 2012 sono riuscito ad aprire la prima attività commerciale, un bar a Ponchiera (frazione di Sondrio), con drink a base di mirtillo. Cercavo di essere il più indipendente possibile dalla vendita alla grande distribuzione: così è nata l’idea di avviare un ristorante che valorizzasse il mio mirtillo e ho aperto la trattoria in piazza Cavour. Il rischio imprenditoriale è ampiamente compensato dalla soddisfazione di essere agricoltore e riuscire a dare lavoro a 12 persone, in particolare ai giovani».
L’ultima sfida è il «Fuoriolmo», un negozio a chilometri zero in via Beccaria dove l’agricoltore-imprenditore propone confetture, nettari e prodotti a base di mirtillo. «Fin dall'inizio dell’attività - racconta Fumasoni - ho cercato di creare una gamma di prodotti legati al mirtillo, puro o combinato come nella confettura con la mela. I nettari sono preparati senza zuccheri aggiunti e con la massima attenzione a chi soffre di intolleranze,ai diabetici e agli anziani».
La trasformazione della materia prima è curata dalla cooperativa sociale «Il Sentiero». «Una scelta dettata dai costi molto alti del procedimento e dalla necessità di rispettare normative igienico-sanitarie. Parte del ricavato resta alla coop e a progetti sociali: allo staff e al “mio” tecnico di laboratorio Andrea va un ringraziamento speciale per tutto il lavoro svolto». La produzione media annua di mirtilli è di circa 200 quintali. «Ma la quantità varia a seconda delle condizioni climatiche e della fioritura», sottolinea Fumasoni. Solo il 10% viene riservato ancora alla grande distribuzione. Il resto è venduto direttamente al consumatore come prodotto fresco (30%) o trasformato.
«A distanza di anni, la soddisfazione più grande è essere agricoltore e dipendente di me stesso: una sensazione unica e irripetibile. La fatica di 14 ore di lavoro al giorno tra campi, dove la raccolta viene fatta a mano, ristorante, bar e negozio è ampiamente compensata dalla possibilità di creare economia in valle. La sfida ontinua». L’ultima vinta, in attesa di brevetto, riguarda la birra al mirtillo, nata da un lavoro di quattro anni con un mastro birraio tedesco. Una birra realizzata dalla bollitura del mirtillo. «Ho iniziato a coltivare orzo, luppolo e frumento a chilometri zero. La Valtellina ha potenzialità enormi per sperimentare nuove idee e incrementare il chilometro zero con materie prime di qualità. Basta crederci».