
L'ospedale Morelli di Sondalo
Sondalo, 7 maggio 2018 - È durato tre mesi appena, e alle polemiche per la sua apertura, a inizio febbraio, oggi si aggiungono quelle per il suo smantellamento. Parliamo del reparto dedicato alle cure subacute all’ospedale Morelli di Sondalo. «La sua apertura era stata sbandierata dal direttore sanitario dell’Asst, Guido Broich, come un importante potenziamento della rete di assistenza, con un intero piano del primo padiglione di Sondalo dedicato alle cure dei pazienti subacuti con 19 posti letto – spiegail segretario provinciale di Cgil Claudio Bottà, anche a nome di Cisl e Uil –. Oggi quel piano è di nuovo vuoto, e i pazienti sono stati trasferiti nel piano che già ospita quelli cardiologici. Terminati i fondi della Regione per fronteggiare l’“epidemia influenzale”, terminato il rapporto di lavoro con gli infermieri assunti attraverso una cooperativa (modalità che condanniamo duramente per la gestione di un reparto ospedaliero), la direzione ha pensato di rimediare attraverso una sorta di accorpamento “non dichiarato” dei reparti di cardiologia e dei subacuti.
Una scelta che mette in difficoltà sia il personale sanitario, che nonostante le recenti assunzioni rimane estremamente carente, sia gli stessi pazienti. Un pasticcio, come poco attenta e oculata è stata la gestione dei pazienti subacuti in questi mesi: gli infermieri della cooperativa si sono in realtà prodigati per assistere le persone ricoverate nel reparto, in gran parte anziani con gravi patologie, ma hanno dovuto fare i conti con la mancanza di attrezzature come i sollevatori, con letti recuperati da fondi di magazzino, riesumando comodini, tavoli e tavolini degni degli anni ’50 più che a un moderno reparto ospedaliero. La caposala della cooperativa, in questa situazione, si è presto dimessa, creando così ulteriori difficoltà».
A questo si aggiungono, secondo i sindacati, la mancanza di personale medico dedicato e di chiarezza sul futuro dei vari reparti dell’ospedale di Sondalo. «Basti pensare alla stessa Cardiologia e alla Neurochirurgia, mentre dei potenziamenti previsti gli anni passati (cura dei disturbi alimentari, medicina dello sport) non si parla nemmeno più – conclude Bottà –. La realtà è quindi ben lontana da quella descritta dalla direzione di Asst. Quello che serve alla nostra rete di servizi sanitari non sono interventi estemporanei e affrettati, ma scelte chiare e investimenti per il futuro. La nuova Giunta regionale è bene che ne prenda atto».