MICHELE PUSTERLA
Cronaca

"Si adotti il modello della Svizzera"

Sondrio, il cardiologo Cucchi: elicottero utile nei soccorsi e la giusta cura fa la differenza fra la vita e la morte

di Michele Pusterla

L’azienda regionale per l’emergenza-urgenza è stata istituita, in Lombardia, nel 2008 e nel 2019 trasformata in Agenzia regionale con un budget di 220 milioni. Il principale obiettivo è l’intervento in situazioni di salute che costituiscono un’emergenza, in cui l’intervento rapido può salvare una vita.

"Il tempo - sottolinea Gianfranco Cucchi, già direttore dell’Unità coronarica e di cardiologia clinica dell’ospedale di Sondrio - è la determinante fondamentale. Tante malattie sono tempo dipendenti: pensiamo ai tumori, per i quali una diagnosi precoce all’inizio della malattia può salvare una vita. Ma vi sono delle patologie dove il tempo è di pochi minuti e un ritardo può costituire un pericolo per la vita. L’infarto del miocardio e l’ictus ischemico sono alcune di queste. Costituiscono circa il 30% delle cause di morte e sono accomunate dalla chiusura trombotica di un’arteria: le coronarie, nel caso del cuore, e le arterie del cervello. In questi casi riaprire l’arteria chiusa può fare la differenza tra la vita e la morte. E si può fare o con la trombolisi, impiegando un farmaco che scioglie il trombo, o con la disostruzione meccanica. La differenza è che nel caso dell’infarto miocardico si può fare la diagnosi ed il trattamento a domicilio e la diagnosi con un semplice elettrocardiogramma, mentre nell’ictus si può fare in Pronto Soccorso dopo l’esecuzione di una Tac cerebrale che può escludere un evento emorragico". "Serve l’elicottero 24 ore su 24 - avverte il cardiologo Cucchi, esperto di politica sanitaria -. Qui dovrebbe valere il modello degli svizzeri del Canton Grigioni: pilota, medico e tecnico. Da noi, spesso, interviene l’ambulanza con autista e semplice soccorritore, in seconda battuta arriva l’ambulanza con l’infermiera e, alla fine, l’automedica. E si perde tempo prezioso". La Valle è scossa dalla recente tragedia di Valdidentro, dove un 55enne infartuato è morto dopo essere stato soccorso dalle ambulanze per l’impossibilità dell’arrivo dell’elicottero, in quanto quello di base a Caiolo oltre le 20 non vola più.

"Per questa ragione - spiega Cucchi - i tempi sono ancora più ristretti. Se si interviene con la disostruzione dell’arteria nei primi 60 minuti si può ridurre del 50% la mortalità. Questa cura salva vita può avvenire anche al letto del malato praticando la trombolisi domiciliare ed inviando l’ammalato alla più vicina unità coronarica dotata di emodinamica. Non è bene che si faccia la diagnosi di infarto al letto del malato e si ritardi l’apertura farmacologica del vaso per aspettare la disostruzione meccanica in emodinamica perchè questo può essere fatale. Alcuni anni fa ho fatto parte della Commissione regionale per la cura dell’infarto sul territorio che prevedeva la trombolisi in questi casi. E’ importante ripensare il sistema dell’emergenza in Valle affidando l’autonomia gestionale ad una centrale operativa provinciale con una rete capillare di presidi qualificati che possa applicare i protocolli più efficaci".