ROBERTO CANALI
Cronaca

Serve uno studio sui fumi del termovalorizzatore

Nuove polemiche sulla proposta di aggiungere una terza linea all’impianto. Gli esponenti di Civitas sospettano che l’aria calda possa aumentare le piogge

di Roberto Canali

Continua ad alimentare polemiche la terza linea del termovalorizzatore di Acsm, suo malgrado protagonista del dibattito politico da tre mesi a questa parte. Dopo la decisione di congelare la mozione, contraria al progetto di ampliamento dell’impianto, presentata nei giorni scorsi da Alessandro Rapinese, a farsi avanti è stato il gruppo di minoranza di Civitas che ha chiesto chiarimenti sull’aumento dell’inquinamento in città nel caso in cui a La Guzza dovessero venir bruciati i fanghi da depurazione delle province di Como, Lecco, Sondrio, Monza e Varese. "Già oggi il camino del termovalorizzatore immette in atmosfera ogni ora circa 7Omila metri cubi di “fumi” che hanno, verosimilmente, una temperatura dell’ordine dei 110 gradi centigradi - si legge nella lettera indirizzata anche alla Regione alla quale spetta l’autorità di decidere sull’ampliamento o meno dell’impianto - Il termovalorizzatore, quindi, è oggettivamente una fonte di “inquinamento termico” molto localizzata.

Nella documentazione prodotta dall’azienda non abbiamo ritrovato dati o riferimenti che stimino o quantifichino eventuali effetti sul “clima” locale dell’immissione continuativa in atmosfera di grandi quantità di fumi". Secondo Civitas potrebbe esserci addirittura una correlazione tra l’emissione di fumi "caldi e umidi" del termovalorizzatore, soprattutto nel periodo estivo, e i forti temporali e le bombe d’acqua che hanno colpito la città e l’immediato circondario tra luglio e agosto.

"Chiediamo se esiste una qualche possibile correlazione tra le immissioni in atmosfera dei “fumi” caldi e umidi del termovalorizzatore presente in città e qualche tipo di evento atmosferico che, all’interno di particolari condizioni metereologiche e climatiche, si manifesta nelle zone circostanti in prossimità delle alture che racchiudono il lago?”.

Qualora non fosse possibile escludere una tale correlazione, quali sarebbero i fenomeni generati o semplicemente implementati dalla presenza del termovalorizzatore? È possibile escludere ogni qualsiasi correlazione, anche parziale, con quanto accaduto nei territori tra Como e Blevio nell’ultima settimana del luglio 2021 e le immissioni dei fumi caldi e umidi del termovalorizzatore di Como la Guzza? Ci chiediamo infine in quale misura alcuni fenomeni atmosferici potrebbero essere innescati, attivati o semplicemente dilatati dall’aumento dei volumi e della componente umida dei “fumi” immessi in atmosfera dall’aggiunta, nello stesso luogo, di una nuova linea destinata al trattamento e alla combustione di fanghi".

Dubbi e interrogativi ai quali la minoranza chiede di rispondere attraverso uno studio ad hoc affidato a un ente terzo.