Scuola d’infanzia bersagliata di furti I genitori ai ladri: "Danni ai bambini"

La materna Rodari di Treviglio ha subito quattro incursioni in un solo mese, con razzie e vandalismi. Nell’ultimo colpo portati via computer e tablet appena consegnati per un progetto didattico innovativo.

di Francesco Donadoni

Quattro furti nel giro di un mese. Un appuntamento fisso quello dei ladri alla scuola d’infanzia Rodari di via Bignamini, zona nord di Treviglio, beffando le telecamere di sorveglianza da poco installate nell’edificio in cui si trova l’asilo. Gli autori si sono impossessati di buona parte dei computer e dei tablet che sarebbero serviti per un innovativo progetto didattico. Erano stati appena consegnati alla scuola e non erano mai stati usati.

La prima volta, il 28 marzo, i soliti ignoti si erano dedicati alle macchinette per il caffé, svuotate. Poi i pc e una macchina fotografica. Dopo i primi due furti il Comune aveva fatto installare un impianto di videosorveglianza, che tuttavia era ancora provvisorio e per ragioni tecniche aveva bisogno di un nuovo intervento per funzionare. Nei giorni scorsi i tecnici avevano verificato infatti che nei primi giorni di attivazione non aveva potuto registrare nulla. L’impianto era quindi stato disattivato per essere riparato.

Indagano i carabinieri della compagnia di Treviglio che hanno effettuato rilievi scientifici per cercare tracce lasciate dai ladri. I militari hanno passato al setaccio anche l’ufficio in cui i pc e i tablet erano custoditi. Dall’armadio, trovato forzato, in cui si trovavano, hanno cercato di rilevare eventuali impronte digitali per risalire agli autori.

Intanto i genitori della scuola Rodari hanno deciso di scrivere una lettera indirizzata idealmente ai ladri per chiedere loro di smetterla. "Stanchi di attendere una soluzione definitiva dalle istituzioni e dall’amministrazione comunale ai quali ci siamo rivolti più volte, noi genitori, ora, ci rivolgiamo a voi ladri direttamente, che vi siete introdotti diverse volte nella scuola dei nostri figli scassinando porte, rompendo vetri con l’intento di appropriarvi indebitamente di qualcosa che non vi apparteneva. Avete sottratto computer, tablet e altro materiale tecnologico e talvolta, non trovando niente di elettronico a portata di mano, vi siete divertiti a svuotare le macchinette del caffè o avete fatto uno spuntino notturno ai tavoli dei nostri figli (dove ogni giorno mangiano e imparano) magari guardando anche un filmato, senza alcun timore di essere sorpresi in flagranza di reato. A voi chiediamo come si possa arrivare fino a questo punto, colpendo i beni di tutta la comunità. Quanti bambinie avrebbero potuto trarre beneficio da questi apparecchi elettronici, computer che oggi non ci sono più? A esser danneggiati sono gli studenti che a casa non possiedono questi strumenti o coloro per i quali rappresentano un modo diverso per apprendere, a volte sono studenti disabili, per i quali questi materiali sono indispensabili. A voi vorremmo chiedere che messaggio state dando. A voi vorremmo chiedere il senso di tutto ciò. Pensiate sia corretto "fare la spesa" dentro le scuole?".