
Il rendering del progetto
Chiesa in Valmalenco, 5 gennaio 2018 - Riqualificare, riconvertire, nel segno della sostenibilità e dell’equilibrio. È il caso dell’area dello Scerscen, da luogo abbandonato a complesso ricettivo innovativo, automatizzato, autogestito. Una sfida che Veronica Quadroni, laurea magistrale in Architettura per il progetto sostenibile al Politecnico di Torino, ha messo nero su bianco nella sua tesi “Nuovi scenari d’alta quota in Valtellina. Un’ipotesi di riconversione dello Scerscen 3000 in Valmalenco, come modello innovativo di turismo alpino”, tra le vincitrici del premio Lisa Garbellini.

«Nell'edificio che ospitava il rifugio, inutilizzabile dagli inizi del 2000 - spiega - ho pensato di creare una land-art». Un monumento della memoria, con il materiale presente, difficile da smaltire in quota. In questo modo, la struttura abbandonerà il suo ruolo originario in favore delle due sottostanti. L’autorimessa verrà sopraelevata e ospiterà la zona giorno, le cucine e le camere singole con bagni, per un utenza più esigente. La capanna, invece, camerate per i più spartani. In totale, verrebbero «33 posti

«Se vogliamo che le Alpi rimangano il territorio dell’abitare, bisogna investire nell’innovazione tecnologica, in un’ottica di sostenibilità e conservazione delle tradizioni». Dallo Scerscen si può ripartire per creare nuove opportunità. Ecco il suo sogno: «Vivere di architettura, magari alpina e rendere le persone più consce del fatto che la sostenibilità non è poi così lontana».