REDAZIONE SONDRIO

Razionalizzazione delle linee, a Villa di Tirano o il progetto salta

Si è arrivati alla stretta finale al piano di investimenti per l’eliminazione dei tralicci da parte di Terna. Ma c’è ancora chi si oppone

L’impianto di Terna per la razionalizzazione delle linee elettriche o si fa a Villa di Tirano o salta. Non ci sono, per svariate ragioni, altre soluzioni. Questa la posizione del Comitato per la Razionalizzazione delle linee alta tensione di Valtellina, Valchiavenna e Valcamonica.

Nei prossimi giorni gli organi preposti si ritroveranno e dovranno poi dare una risposta a Terna. Risposta che, se negativa, comporterà l’impossibilità di razionalizzare le linee presenti attualmente. La società ha presentato un progetto imponente che consentirà di demolire 480 km di linee in Lombardia e oltre 1.300 tralicci. Per il solo territorio della provincia di Sondrio, ha previsto un investimento di 1,7 miliardi per la razionalizzazione di Valtellina e Valchiavenna. "Si tratta di un progetto che segue le aspettative racchiuse nell’accordo quadro del 2003, consentendo di liberare la valle da moltissime linee aeree, cosa non secondaria considerando che il nostro territorio è a vocazione turistica – dice Renato Cardettini, portavoce del Comitato per la razionalizzazione delle linee alta tensione Valtellina, Valchiavenna e Valcamonica -. Terna ha presentato il progetto dopo circa 2 anni di incontri e discussioni con la Provincia e i sindaci interessati dalle opere, in particolare quelli della Comunità Montana di Tirano". A Terna era stato chiesto di valutare delle ipotesi alternative. "Le ipotesi sono state tutte valutate e presentate nei giorni scorsi in Provincia di Sondrio. È stato presentato da Terna un progetto rivisto che prevede una grossa riduzione dell’ingombro di stazione a Villa di Tirano (da 8 ettari circa a 5 da subito ed a 4 alla fine dei lavori di razionalizzazione). Anche se la soluzione non soddisfa tutte le amministrazioni è il momento delle decisioni. Il progetto è stato svolto seguendo le aspettative del protocollo 2003 e dopo 2 anni di concertazioni tra azienda e le amministrazioni locali che hanno richiesto delle modifiche. Come territorio non possiamo perdere questa occasione. Qualcuno è davvero disposto a prendersi la responsabilità di far perdere ai cittadini di Valtellina e Valchiavenna un’occasione unica che lascerebbe un’eredità importante ai nostri figli, in termini di benefici paesaggistici ed elettrici in un momento in cui si parla di transizione ecologica? Non possiamo sempre rimanere ai margini o pensare di rimettere in discussione tutto dopo anni di lavoro con un progetto pronto e finanziato".

Un secco no a questa bozza d’accordo è arrivato dal Comitato "raggruppamento amici di Chiari" che la pensano in maniera diametralmente opposta a quella espressa da Cardettini. "… il progetto proposto in questa fase… non segue le aspettative racchiuse nell’accordo del 2003. L’intervento si ridurrebbe ad una “pulizia ad hoc“ del fondovalle sopra Tirano, in particolare tra Grosio e Mazzo, nascondendo lo sporco sotto il tappeto della piana di Chiari, nel Comune di Villa, lasciando in sospeso quello che invece era davvero un importante progetto di razionalizzazione della Valtellina e della Valchiavenna. Il rigetto di questa fase di progetto non farebbe quindi perdere nessuna occasione alla Valtellina. In tal senso, concordiamo con l’affermazione che sia arrivata l’ora per la politica locale di farsi valere con un atto di coraggio, “a beneficio di tutto il territorio“, l’esatto contrario di ciò che sta succedendo".

Fulvio D’Eri