Sono state confermate le misure cautelari per tutti i rapper arrestati per rapine. Resterà in carcere Baby Gang, nome d’arte del ventenne lecchese Zaccaria Mouhib, arrestato il 20 gennaio nell’inchiesta che ha portato ai domiciliari anche altri due suoi colleghi, Amine Ez Zaaraoui, noto come Neima Ezza, e Samuel Matthew Dhahri, detto Samy. Lo ha deciso il gip Manuela Scudieri respingendo l’istanza di revoca della misura cautelare avanzata dalla difesa al termine dell’interrogatorio di sabato scorso. Davanti al gip, Baby Gang, difeso dall’avvocato Niccolò Vecchioni, ha negato di aver commesso la rapina a Vignate, nel Milanese, che gli viene contestata e ha detto "di aver cambiato vita". Oggi lui vive "di musica" coi contratti discografici con una major che ha sottoscritto. Quella sera del 12 luglio scorso, infatti, ha chiarito Mouhib, era in viaggio in autostrada verso Rimini. Dai dati sulle celle telefoniche, secondo la difesa, si evince solo che lui era a Vignate alle 13.38 e dunque "ben 7 ore prima della rapina" a un ragazzo. Per il gip, invece, "la versione offerta dall’indagato allo stato non appare suffragata da riscontri" e c’è "un elevato rischio di recidiva". Inoltre, "il percorso positivo che sembra emergere dalla relazione della comunità Kayros" a cui è affidato il giovane, secondo il giudice, "sarebbe smentito dalla partecipazione a un reato grave come quello in contestazione". Da qui la decisione di tenerlo a San Vittore. La difesa, però, ricorrerà al Riesame. Col rapper, secondo l’accusa, ci sarebbe stata un’altra persona che aveva una pistola. Ha presentato istanza di revoca dei domiciliari anche Neima Ezza che ha negato anche lui di aver commesso le rapine contestate, così come il 19enne Samy, difeso dal legale Robert Ranieli. In particolare, la difesa di Neima Ezza, col legale Gaia Scovazzi, ha prodotto foto e video tratte dal suo ...
© Riproduzione riservata