FULVIO D'ERI
Cronaca

Sondrio, il presidente del Coni: "C’è poca voglia di investire"

Ettore Castoldi dopo la fine ingloriosa del Sondrio calcio

Ettore Castoldi

Sondrio, 2 settembre 2020 - La sparizione dalla mappa del calcio del Sondrio, perlomeno per quel che riguarda la prima squadra ritiratasi dal campionato di serie D, fa ancora discutere. I tifosi sono sul piede di guerra, non hanno digerito la decisione della società. Tanti gli esponenti del mondo dello sport che hanno espresso il loro dispiacere per la scomparsa di un’eccellenza sportiva valtellinese. «Ho seguito la vicenda passo dopo passo, rimanendo in perenne contatto col presidente Mostacchi – dice il morbegnese Diego Fattarina, consigliere regionale Lnd Figc –, e non posso far altro che esprimere il mio dispiacere per come sia terminata la vicenda. Come mi sento di esprimere anche il rammarico da parte del comitato regionale lombardo della Figc, del presidente Baretti in primis, che ha vissuto la vicenda con apprensione. Il Sondrio è una società gloriosa e prestigiosa che negli ultimi 28 anni ha avuto un presidente che l’ha guidata con passione e dedizione mettendoci un sacco di soldi e riuscendo ad approdare addirittura in serie D». 

Eh sì, perché i meriti del presidente Oriano Mostacchi sono tangibili e nessuno se li potrà dimenticare, sono nella storia del Sondrio calcio. Purtroppo il finale lascerà una macchia. «Lui ha fatto tanti sacrifici - continua Fattarina - per permettere al team di approdare in D e di disputare alcune stagioni alla grande. In questa vicenda, purtroppo, si è visto il disinteresse generale, nessuno si è mosso per cercare di salvare la società di punta del mondo del calcio valtellinese. Mi spiace anche per la fine del settore giovanile, il migliore in Valtellina con tutte le squadre iscritte ai Regionali». Il presidente del comitato provinciale del Coni Ettore Castoldi centra dritto il problema: «Il fatto è che, soprattutto in questo momento, ci sono pochi soldi da spendere nello sport e vedo in giro poca voglia di investire da parte del mondo imprenditoriale. Quest’ultima considerazione è triste, perché lo sport così rischia di andare in sofferenza e le società di sparire. Avanti di questo passo, lo sport sarà solo a beneficio della gente benestante e questo sarebbe un grosso problema».