Pioggia e tanta neve: scatta l’allarme valanghe

Limitati gli interventi dei vigili del fuoco per la forte ondata di maltempo . Ma negli ultimi giorni in Valtellina e Valchiavenna cresce l’allerta in quota

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di Michele Pusterla

Una pianta caduta sull’asfalto a Triangia, un mezzo in avaria recuperato in mezzo alla neve, allagamenti a Mello per problemi al sistema fogniario, una piccola frana fra Arquino e Mossini, con chiusura della provinciale in quel tratto, uno smottamento a Uggia in Valchiavenna e qualche altro piccolo intoppo.

Non sono state numerose, rispetto a occasioni precedenti, le uscite dei vigili del fuoco per l’ondata di maltempo che, negli ultimi tre giorni, si è abbattuta su Valtellina e Valchiavenna.

Domenica una buona nevicata ha interessato pure il capoluogo valtellinese, in quanto il limite delle nevicate si è abbassato dai 700-800 metri iniziali sull’intero territorio provinciale. Ma ben presto è seguito un innalzamento delle temperature e anche sulle strade provinciali, oltre che sulle statali 38 dello Stelvio e 36 dello Spluga, non si sono registrate difficoltà alla circolazione. Diversi i passi alpini chiusi o transitabili unicamente con catene montate e fra questi lo Spluga, il Maloja, Forcola, Stelvio, Aprica, San Marco e diversi altri.

A preoccupare maggiormente, ora, è l’indice del pericolo valanghe in quota, sia sulle alpi Retiche che sulle Orobie, in considerazione anche degli abbondanti apporti nevosi delle ultime ore.

Gli esperti del Centro regionale nivometeo dell’Arpa Lombardia, con sede a Bormio, hanno infatti diramato l’ultimo bollettino nel quale si specifica che il rischio di caduta di slavine, che in alcune aree possono essere anche di medie dimensioni, possibili con il passaggio di un singolo escursionista, è stato elevato da 3 marcato a 4 grave, su una scala europea che prevede cinque gradini. È necessaria, pertanto, la massima prudenza.