VERONICA TODARO
Cronaca

Personale dalla Rsa agli ospedali. I familiari degli ospiti allarmati: "Dobbiamo frenare la fuga"

Sondrio, i parenti degli anziani di via Lusardi invieranno una lettera aperta alle autorità locali "Non possiamo permettere che si perdano ulteriori posti in questa struttura così importante".

La notizia dell’ultima ora è che i trasferimenti sono quasi terminati: dei 50 posti letti della Rsa di via Lusardi, aperta nel 2015, un edificio costruito ex-novo con attenzione all’ambiente e accanto agli alloggi protetti della Fondazione Longoni alla quale eroga servizi di assistenza, ne rimarranno 35. Negli ultimi tre anni ne erano già stati persi 10 sui 60 posti letto per cui la struttura era stata pensata. Chiudono così due piani su quattro.

Gli ospiti sono stati trasferiti seguendo criteri di tempo "morbidi" nella Rsa di via Don Guanella, gestita dalla stessa Fondazione Casa di Riposo Città di Sondrio, che è appena stata ristrutturata, con a disposizione 155 posti di cui realmente occupati 140. Il motivo? La carenza di operatori sanitari e assistenziali, a quanto pare irreperibili, nonostante gli sforzi della Fondazione di finanziare corsi gratuiti per la formazione di nuovo personale nell’ambito del progetto "Formare per assumere" che non hanno dato gli esiti sperati, così come massiccio è stato l’esodo degli operatori qualificati che dalla Fondazione hanno scelto il trasferimento verso l’Azienda ospedaliera determinando un continuo turn over. Le organizzazioni sindacali si sono già mosse per trovare soluzioni, ma crescono le preoccupazioni degli utenti ricoverati così come quelle dei familiari.

"La riduzione di 15 posti in fase di "morbida "ma inevitabile e dolorosa realizzazione, non ha lasciato indifferente nessuno di noi, neanche chi non è al momento direttamente coinvolto nel trasferimento del proprio caro in via Don Guanella - spiega Silvana Torlasco, in rappresentanza dei familiari -. Sono persone che per motivi vari hanno già dovuto lasciare la loro casa e qui l’hanno ritrovata e in molti casi sono riusciti a ricostruire relazioni umane profonde con gli altri ospiti e con gli operatori. Polemiche relative ai posti di lavoro forse non ci appartengono e crediamo che non dipendano da noi le questioni legate ai contratti o turni di lavoro, ma il mantenimento della tranquillità e del benessere dei nostri cari sì, questo ci compete. Noi parenti abbiamo avuto modo di riscontrare la grande competenza e umanità del personale medico, infermieristico e degli altri operatori nonché l’efficienza della struttura. Calore umano che rappresenta uno degli elementi che fanno la differenza fra un ricovero per esigenze mediche o logistiche e un periodo di vita ancora animato da sentimenti quali la solidarietà e la condivisione con gli altri ma anche la curiosità e la ricerca di propri obiettivi personali, magari piccoli in sé ma comunque importanti. Con il contributo di tutti gli attori che in qualche misura hanno responsabilità e facoltà decisionali in materia confidiamo davvero che si possa invertire la rotta e vedere un rapido "ripopolamento" di quest’oasi di serenità e civiltà che è la Rsa Lusardi". Per questo i familiari si stanno organizzando per preparare una lettera aperta da inviare alla stampa e alle autorità locali che evidenzi "le nostre testimonianze e quelle di chi opera in struttura poiché riteniamo sia importante presentarsi alla cittadinanza e far comprendere perché non possiamo permettere che la Rsa di via Lusardi perda ulteriori posti, ma che, al contrario, resti a testimonianza di come si possa vivere in Casa di riposo, una nuova famiglia che non ci possiamo permettere di devastare".