MICHELE PUSTERLA
Cronaca

Sondrio, accusati di violenze e sequestro da una giovane pakistana: scarcerati madre e figlio

I due, suocera e marito della vittima, sono ora agli arresti domiciliari

L’avvocato Giuseppe Romualdi del Foro di Sondrio

Sondrio – Una 24enne pakistana, che si dichiarava vittima di maltrattamenti e violenze ad opera del coniuge e della suocera, all’inizio di aprile è stata liberata dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sondrio con i colleghi della Stazione. In carcere, al Bassone di Como, è finita la suocera di 52 anni, mentre il marito coetaneo venne rinchiuso nel carcere sondriese. Le accuse per entrambi sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia. La coppia risiedeva nel capoluogo della Valtellina, dove l’uomo faceva il magazziniere in un importante supermercato. La vittima fu obbligata dai genitori a sposare il cugino all’età di vent’anni, senza mai averlo visto prima di persona, peraltro con un matrimonio celebrato tramite una piattaforma social network. Dopo il lungo periodo di separazione forzata, a ottobre 2022, si è trasferita a Sondrio, dove finalmente ha potuto conoscere il marito ed iniziare con lui una difficile convivenza a causa della contestuale presenza nell’abitazione coniugale dei suoceri e di due cognati. Ora i due arrestati, madre e figlio, sono stati scarcerati, ottenendo una misura restrittiva della libertà meno pesante.

"I giudici del Tribunale del Riesame di Milano - spiega il loro avvocato, Giuseppe Romualdi di Sondrio - dopo circa un’ora di Camera di consiglio hanno accolto la mia istanza, proprio lo stesso giorno in cui il gip di Sondrio, Fabio Giorgi, invece, accoglieva quella del pm Giulia Alberti di lasciarli dietro le sbarre. I giudici milanesi, al contrario, hanno ritenuto che non ci fossero i presupposti per giustificare la custodia in carcere. Alla fine dell’udienza hanno pertanto potuto fare rientro in Valtellina, per raggiungere l’abitazione. La querelante ora vive in altra provincia".

Da subito la coabitazione si rivelò pesante per via dell’assillante ingerenza della suocera, che ha costretto la ragazza a condurre una vita, a suo dire, di privazioni. "Ho anche problemi per nutrirmi e di igiene personale", raccontò ai carabinieri. Alla giovane sarebbe stata altresì inibita la possibilità di imparare l’italiano, circostanza negata dal coniuge, e sarebbe stata obbligata a svolgere solo faccende domestiche, con rari spazi di autonomia dove riusciva di nascosto a telefonare ai genitori in Pakistan. La situazione, degenerata sino al punto di ricevere percosse sia dalla suocera che dal marito, è stata infine rappresentata ai parenti in patria, i quali chiesero a un parente residente fuori provincia di informare i carabinieri.