Sondrio, la Cgil denuncia:"I nostri ospedali sono sporchi"

La segnalazione di Ettore Armanasco e Michela Turcatti

Ospedale di Sondrio

Ospedale di Sondrio

Sondrio, 5 aprile 2019 - Un degrado «non più sopportabile» negli spazi sanitari dell’Azienda sociosanitaria territoriale della provincia di Sondrio. È stato ravvisato e denunciato dalle segreterie di Spi e Fp della Cgil di Sondrio. La segnalazione porta la firma di Ettore Armanasco e Michela Turcatti, che affermano: «La vicenda è legata alla pulizia degli ospedali, ambulatori e altri luoghi di cura della provincia gestiti dall’Azienda socio sanitaria territoriale Valtellina Alto Lario. Il servizio è stato esternalizzato ed appaltato a una cooperativa, ma sta facendo degradare in modo non più sopportabile le condizioni degli spazi sanitari che dovrebbero vedere, tra le condizioni di base, un’attenta cura della pulizia e dell’igiene degli stessi».

«La questione è nota – spiegano i sindacalisti - la cooperativa si è aggiudicata l’appalto con il criterio del massimo ribasso, che è stato del 30%. Il risultato è che ai dipendenti, oltre un centinaio, in gran parte lavoratrici, è stato ridotto il numero delle ore di lavoro, con conseguente taglio anche dello stipendio. Con il numero di ore di lavoro a disposizione è, quindi, impossibile garantire una pulizia adeguata. Il personale si trova così costretto ad una rincorsa affannosa per pulire gli spazi assegnati, ma vi sono luoghi come le camere degli ospedali dove è indispensabile una prestazione continua, come avveniva in precedenza. Basti pensare ai tanti anziani che vengono ricoverati, ai quali non viene neppure garantita la pulizia della camera se capita, come avviene, di sporcarla dopo il passaggio dell’addetto». La segreteria della Cgil, riporta, inoltre, che, dopo le proteste e la mobilitazione della categoria interessata, era stata promessa una revisione che tenesse conto almeno dell’ampiezza degli spazi, ma ad oggi nulla si è mosso.

«La dirigenza dell’azienda sembra più interessata a rispondere a logiche legate al puro risparmio, senza rendersi conto che anche la pulizia delle strutture fa parte della cura – attaccano Armanasco e Michela Turcatti - Se si proseguisse con questa logica (che comprende anche l’esternalizzazione dei servizi), sarebbe naturale preoccuparsi anche di quanto potrebbe accadere nelle cucine, che preparano i pasti per degenti e lavoratori. A nostro parere l’attività di lavoro deve rimanere in capo al personale dell’Azienda. Tutto questo rischia di compromettere ulteriormente il livello di qualità dei servizi erogati: non possiamo certo imputare la responsabilità ai dipendenti, che oltretutto vengono trattati come lavoratori di serie B in termini di stipendio e di condizioni». E concludono: «Chiediamo pertanto che la questione venga affrontata in tempi rapidi e con la serietà e l’importanza che questa richiede».