Sondalo, l'ex primario: "La battaglia per il Morelli oggi va ripresa"

Il dottor Pradella, autore del piano alternativo a quello del Politecnico, sposa la proposta del cardiologo Cucchi per il rilancio

Il dottor Giuliano Pradella

Il dottor Giuliano Pradella

Sondalo (Sondrio), 21 febbraio 2020 - «Quella di trasformare l’ospedale Morelli in un Ircc e quindi in una Fondazione, avanzata dal dottor Gianfranco Cucchi, è un’idea brillante e senza costi aggiuntivi. Una strada assai simile si era tentata circa 10 anni fa con Luigi Mescia ai vertici della sanità locale: si raccolsero alcune migliaia di firme per questo obiettivo, si andò a Roma al Ministero, ma purtroppo la proposta non ebbe esito positivo. Non ci fu il via libera. Non avevamo avuto alcun appoggio, all’epoca, dalla Regione Lombardia. “Vediamo, vediamo cosa si può fare”, ci dissero i politici lombardi. E, purtroppo, non si fece nulla...".

A parlare è il dottor Giuliano Pradella, ex primario anestesista all’ospedale del capoluogo valtellinese, già direttore del Dipartimento Emergenza e Urgenza e tante altre cose nella sanità provinciale e, oggi, operante nel privato e autore del Piano della sanità provinciale, alternativo a quello del Politecnico di Milano. "Si è tentata anche la strada dell’autonomia aziendale, proprio come indicato adesso nella proposta del cardiologo Cucchi - ricorda ancora Pradella che, nella sua lunga carriera, è stato anche direttore sanitario del Morelli e poi con lo stesso incarico della costituita Aovv -. La decadenza della struttura ospedaliera sondalina è iniziata quando la stessa è stata inserita nella costituita Azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna. A questo punto la direzione generale di Sondalo si è trasferita a Sondrio con direttore generale Spaggiari. Poi il manager venne trasferito a Cremona e, a quel punto, comincia un avvicendamento di direttori generali sanitari e amministrativi. E tutta la programmazione è caratterizzata da ripetuti cambi, c’è stata mancanza di continuità nella gestione aziendale. Ci si accorse che la gestione aziendale istituita a Sondrio inizia ad avere scarsa attenzione per il presidio di Sondalo. Sondrio è sotto il naso, invece Sondalo è lontano. Le direzioni sanitarie e amministrative del presidio dell’Alta Valle, gradualmente, vengono smantellate e l’ospedale è telecomandato dalla città. Un processo di degrado continuato sino a tempi recenti e, nel frattempo, anche l’ospedale di Sondrio ha perso smalto".

«I tassi di fuga dei pazienti si sono impennati - aggiunge il dottor Pradella, oggi 80enne, ma sempre in piena attività e sul fronte della salute come una volta - e sono iniziate anche le fughe dei medici. Oggi, infatti, assistiamo anche alla fuga dei camici bianchi importanti verso la Medicina di base, fuga motivata dalla insoddisfazione e dallo scarso riconoscimento aziendale. Mentre i sindaci dell’Alta Valle e del Tiranese hanno preso una posizione dura nei confronti del Piano regionale proposto dal Politecnico di Milano, su mandato della Regione Lombardia, i primi cittadini del mandamento di Sondrio, illusi dalle potenzialità dell’ospedale unico e magari anche dall’ospedale nuovo da costruire nel capoluogo, hanno firmato un documento che è un vero simbolo di campanilismo. Nel loro documento non sono prese in minima considerazione le difficoltà logistiche del territorio dell’Alta Valle. E, intanto, chi ha problemi seri con la salute è costretto a emigrare in altra provincia o affidarsi alla costosa sanità privata".