Cerimonie e danze tribali. Lo Spirito del Pianeta

Il festival etnico indigeno Lo Spirito del Pianeta torna a Clusone con gruppi tribali da tutto il mondo, artigianato, cibo e musica. Un evento che celebra e preserva le tradizioni delle popolazioni indigene.

Cerimonie e danze tribali. Lo Spirito del Pianeta

Cerimonie e danze tribali. Lo Spirito del Pianeta

CLUSONE (Bergamo)

Dopo il successo dello scorso anno, torna a Clusone, in località La Spessa, Lo Spirito del Pianeta, l’unico festival italiano etnico indigeno, in programma dal 5 al 23 giugno, che porta nella Bergamasca gruppi indigeni provenienti da tutto il mondo che si esibiranno in concerti e danze tribali: gli indiani d’America Cree, i Pigmei delle foreste del Camerun, gli Indios del Brasile, formazioni folkloristiche dalla Mongolia, dalla Guinea, dal Messico, dall’Afghanistan, dall’Italia. Anche quest’anno è previsto l’allestimento di un villaggio di capanne attorno al fuoco sacro, dove avranno luogo cerimonie e rituali legati alle varie tradizioni, anche religiose. Accanto verrà ricostruito un piccolo villaggio di tende tradizionali del nostro passato, con la presenza di numerosi artigiani, testimoni degli antichi mestieri.

È prevista la partecipazione di 110 espositori di artigianato da tutto il pianeta, 12 ristoranti da tutto il mondo, un’area coperta di 5mila e 500 metri. Tra gli ospiti musicali illustri della manifestazione, Enzo Avitabile&Tony Esposito, esponenti di spicco della world music e di quello che una volta si definiva napolitan sound, i Nomadi, i galiziani Mosquera e gli scozzesi Saor Patrol. Lo Spirito del Pianeta non sarà però solo musica e danze: prevede anche incontri, conferenze, laboratori e cerimonia varie. In ogni serata del festival sono previsti concerti, animazioni musicali, danze tradizionali, stages e seminari a tema, organizzati per discutere e salvaguardare il bagaglio delle popolazioni indigene, molte delle quali ancora oggi vivono nella tradizione tramandata di padre in figlio, che rischiano di finire nel dimenticatoio.

Michele Andreucci