Oltre 200 bambini in fuga sono arrivati senza genitori

L’impegno di Brescia e Milano nell’accogliere i minori non accompagnati. L’appello dei giudici del tribunale: "Siamo alla ricerca di tutori volontari"

di Federica Pacella

Richieste di affido, di accoglienza, addirittura di adozione: per i bambini ucraini è scattata una gara di solidarietà, ma la via più efficiente per la tutela dei minori, seppur meno nota, è quella del tutoraggio volontario dei minori non accompagnati. Il bando aperto il 23 febbraio per la selezione di privati disponibili ad assumere a titolo volontario la tutela di Minori stranieri non accompagnati (MSNA), da inserire nell’elenco dei Tribunali per i Minorenni di Milano e di Brescia, ha ricevuto 150 candidature. "Sono molte considerando che non è stata data ampia pubblicità – spiega il garante per l’infanzia e l’adolescenza di Regione Lombardia, Riccardo Bettiga - d’altra parte sappiamo che non basteranno rispetto ai numeri che ci aspettiamo con l’emergenza Ucraina". Difficile, per ora, avere un quadro dei dati reali, perché non sempre vengono segnalati ai Tribunali i minori accompagnati da parenti, amici, vicini di casa.

Al Tribunale di Milano ci sarebbero già 150 segnalazioni, mentre a Brescia il dato della Prefettura della scorsa settimana era di 84 minori non accompagnati da almeno un genitore, di cui 6 sono arrivati da una struttura di Kiev (si trovano a Manerbio). "I numeri sono pressoché costanti – spiega il capo di gabinetto della Prefettura di Brescia, Massimo De Stefano - ci sono 4 procedimenti di nomina tutore già definiti ed altrettanti in via di definizione". L’aspetto più delicato è, però, quello degli orfani. "Sono il target più fragile – sottolinea Bettiga – più vulnerabili alla criminalità organizzata, ma anche più ‘appetibili’ per l’accoglienza di famiglie che magari vorrebbero avere dei figli. Non è questa, però, la strada. La priorità è di tenerli il più uniti possibile, con l’educatore con cui arrivano".

L’obiettivo, infatti, è il ricongiungimento con la famiglia e il ritorno in Ucraina. Se è vero, infatti, che nel Paese erano circa 98 mila i bambini in istituti per minori, è anche vero che una buona parte non sono abbandonati, ma lasciati dalle famiglie per farli studiare. "Diventare tutore volontario è la strada più corretta ed anche quella più sostenibile per la persona che si impegna in tal senso – spiega Bettiga – perché dà un contributo significativo alla rete dell’accoglienza, ma con un impatto più soft sul tutore, in quanto il minore è in una struttura residenziale".

Una situazione in continua evoluzione anche se in Ucraina, a un mese dall’inizio del conflitto, sembra farsi sempre realistica l’ipotesi di una tregua, se non della pace. Anche così però l’onda lunga degli arrivi è destinata a proseguire anche nelle prossime settimane, per ora su invito degli ucraini che risiedono nel nostro Paese o delle associazioni di volontariato da settimane fanno la spola per organizzare gli aiuti e i soccorsi.