Gabriele
Moroni
Stazione di Milano Porta Garibaldi. Sono salita su un treno per Lecco. La mia fermata è sempre Milano Greco Pirelli. Avevo già preso posto quando hanno annunciato che il primo treno che avrebbe fermato a Greco era su un altro binario (destinazione finale Chiasso). Questo probabilmente perché quello su cui mi trovavo avrebbe fatto ritardo. Visti i continui ritardicancellazioni, onestamente non ci facciamo neanche tante domande. Sappiamo che è meglio approfittare del primo treno che parte e ringraziare che non è in ritardo pure quello. Quindi siamo scesi tutti in fretta per prendere l’altro treno. Mentre stavamo correndo, l’altoparlante della stazione ha annunciato che il treno che avevamo appena abbandonato era invece in partenza. Ci siamo tutti bloccati e abbiamo fatto immediatamente retromarcia. È stata una scena molto comica, con tanta gente che si muoveva come un gregge per cercare di seguire le istruzioni discordanti che riceveva. Unica cosa positiva: in quei pochi istanti è bello vedere il rapporto che si crea tra pendolari sconosciuti, persone che non hai mai visto e forse non rivedrai mai più.
Silvia Marinello
Parabiago (Milano)
E allora la conclusione è quella di sempre: la solidarietà (vorremmo quasi azzardare il termine "fratellanza") tra pendolari che esce, si forma, si compatta nei momenti del comune disagio. Può bastare? No, che non basta. Quella efficacemente descritta da Silvia è una scena purtroppo ricorrente e molto triste. Pendolari (ma dovremmo dire persone) messi nella condizione di essere soltanto un "gregge", in balia degli annunci contraddittori che piovono da un altoparlante e soprattutto della confusione.
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