Morto in Valmalenco: Albavilla, lacrime e mistero per l'addio a Mattia Mingarelli

Centinaia di amici per il funerale del ragazzo trovato morto nei boschi

Il funerale alla Madonna di Loreto

Il funerale alla Madonna di Loreto

Albavilla (Como), 30 dicembre 2018 - Una piccola scatola di legno tenuta nelle mani di papà Luca e la melodia dolcissima di «Gabriel’s oboe» dalla colonna sonora di The Mission scritta dal Ennio Morricone, mentre le note del violino si disperdevano nel rosso di un tramonto appena invernale si è capito perché Mattia Mingarelli, che amava tanto la bellezza, amava venire a passeggiare qui appena poteva. La piccola chiesa medievale dedicata alla Madonna di Loreto l’ha accompagnato anche nel suo ultimo viaggio, il commiato dai tanti amici che in lacrime lo hanno ricordato, ognuno alla propria maniera, chi con una candela bianca in mano e chi brindando in suo onore con un bicchiere di spumante. «Perché Mattia sarebbe piaciuto così. Ricordatemi con un sorriso per i bei momenti che abbiamo trascorso insieme». Un ragazzo «intraprendente e autonomo» l’ha ricordato papà Luca, accanto a mamma Monica come a vegliare per l’ultima volta la scatola con le ceneri di Mattia che il 7 dicembre era partito per andare a trascorrere in weekend nell’appartamento preso in affitto dalla famiglia in Valmalenco e non è più tornato.

«Ricordo ancora la prima volta che ti ho visto – l’ha ricordato il padre – tanti capelli e lo sguardo flemmatico, sei venuto al mondo alla fine di gennaio del 1988, il nostro primo figlio. Fin da piccolo eri autonomo e intraprendente, anelavi la tua liberta, a un anno ci guardavi dalla spiaggia senza piangere e ci lasciavi fare il bagno in mare. A sette anni a Barni hai messo le tue cose in uno zaino perché volevi andare a vivere nel bosco, a 11 anni il primo cellulare che ti sei comprato senza permesso e con i tuoi risparmi.

A 18 anni sei venuto come me a New York e ricordo che ti sei commosso di fronte a un quadro di Monet. Eri protettivo verso la tua sorella più piccola, Chiara, e anche verso tuo nipote Noel. Avevi un carattere indipendente, ma eri una persona sociale e generosa, capace di coltivare progetti e visioni. Avevi appena firmato un contratto per separarti da noi, saresti andato a vivere a 500 metri da casa nostra, sopra Albavilla. Ricordo ancora la foto che mi hai mostrato scattata durante il tuo ultimo viaggio in Madagascar: un bambino triste in un campo da basket senza palla, e tu gliene hai regalata una prima di andartene. In questo momento nel mondo a Bali, in Tibet, a Londra e chissà dove qualcuno sta accendendo un lumino e pensando a te. Ci lasci un vuoto immenso perché sei sempre stato amante delle cose belle e buone della vita. Ci lasci il tuo coraggio e quel sogno di piantare una vigna in Sicilia per fare lo spumante. Lo faremo noi e ricorderemo il tuo sorriso per sempre».