Tangenziale di Morbegno, ecco i perché dei ritardi

Sui lavori pesano lungaggini burocratiche e il concordato fallimentare della ditta Condotte

Lavori tangenziale Morbegno

Lavori tangenziale Morbegno

Morbegno, 16 giugno 2018 -  Ancora ritardi nella chiusura del cantiere della tangenziale di Morbegno: secondo Francesco Bongio, incaricato dall’amministrazione comunale della Città del Bitto di monitorare l’andamento dei lavori, l’opera viabilistica non potrà essere conclusa prima di un mese, un mese e mezzo. Fino a poche settimane fa la chiusura del cantiere era stata fissata entro la fine di giungo – il che avrebbe comportato un ritardo complessivo di sei mesi nell’ultimazione dei lavori – ma con questo nuovo slittamento, molto probabilmente, la consegna dell’opera verrà spostata in avanti di alcune settimane. Potrebbero quindi ammontare ad otto i mesi complessivi di ritardo: una prima data di fine lavori era stata, infatti, individuata nel dicembre del 2017 poi spostata, una prima volta, al marzo 2018 ed una seconda a fine giugno.

Lavori imponenti compiuti, nonostante il ritardo previsto di otto mesi, in tempi relativamente celeri. Il primo lotto della 38 – tra Piantedo e Cosio – completamente pianeggiante e privo di gallerie, aveva accumulato ben due anni di ritardo. Il cantiere per la variante di Morbegno, al contrario, ha dovuto affrontare numerose difficoltà ed imprevisti nel corso della costruzione di due gallerie e di un cavalcavia sopra al fiume Adda. Ormai, però, i lavori dei due tunnel – Paniga, lunga 2.230 metri, e Selvapiana, 2.740 metri - sembrerebbero giunti al termine e all’appello mancherebbero solamente gli ultimi ritocchi. «I ritardi non sono assolutamente ascrivibili alla ditta che si sta occupando dei lavori che, anzi, ha fatto un ottimo lavoro, facendo del suo meglio per consegnare entro i tempi previsti l’opera - sottolinea Francesco Bongio - La ragione di questo ultimo rinvio va ricercata nelle avverse condizioni metereologiche, che hanno impedito di compiere alcuni lavori, e nel clima di tensione che si respira in cantiere». La causa, quindi, sarebbe imputabile, oltre che ai numerosi ritardi burocratici, anche alla preoccupazione dei fornitori che, a causa della procedura del concordato fallimentare della ditta «Condotte», temono di non ricevere i dovuti pagamenti per le prestazioni eseguite.