ALESSIA PACE
Cronaca

Pronto soccorso di Morbegno verso la chiusura ma i sindaci non ci stanno

Non ci sono i numeri per poterlo tenere attivo 24 ore al giorno, dal primo marzo via alla chiusura notturna

Il Pronto soccorso di Morbegno (National Press)

Morbegno, 24 febbraio 2017 - «Il cambiamento è stato avviato già dal 2014 con l’adozione del Pot e il destino dell’ospedale di Morbegno, che già da tempo non è più un ospedale ma è un presidio ospedaliero, non può più essere modificato». Sono state queste le parole dei vertici della sanità provinciale che mercoledì scorso hanno incontrato i 25 sindaci del Comuni della Bassa Valle per parlare della situazione del nosocomio di Morbegno, precisamente del suo Pronto soccorso. Un incontro che non ha lasciato molte speranze ai primi cittadini i quali stanno pensando di andare in Regione a fare sentire la loro vibrante protesta. Il dottor Alberto Zoli responsabile di Areu, infatti, ha snocciolato una serie di dati riguardo agli accessi al Ps morbegnese evidenziando che non ci sono i numeri per poterlo tenere attivo 24 ore al giorno. Da qui la chiusura notturna dal primo di marzo e, entro la fine dell’anno quando la gente si sarà adeguata alle nuove circostanze, la definitiva chiusura. 

«È inaccettabile che venga tolto anche quel poco di servi-zio che residua sul territorio di Morbegno - ha detto Dino Della Matera, sindaco di Traona e portavoce dei sindaci del mandamento -. Se parliamo di territorio montano è giusto che non valga la legge dei numeri, dei dati, delle statistiche ma si tenga in considerazione che il nostro cittadino debba poter accedere agli stessi servizi con tempi e qualità di qualsiasi altra persona residente in Regione Lombardia. Pertanto non trovando un accoglimento generale delle nostre istanze soprattutto per quanto riguarda l’apertura del Pronto soccorso 24 ore su 24 e del mantenimento del mezzo di soc-corso avanzato-ambulanza con medico a bordo rivolgeremo le nostre richieste a Regione Lombardia dove vengono prese le scelte politiche e vengono date le linee strategiche ai funzionari. Pur consci che le competenze in ambito sanitario sono di Regione Lombardia e nel rispetto dei ruoli di ciascuno, ci sembra quanto meno opportuno che si tenga in considerazione la voce dei sindaci e dei cittadini che chiedono con forza che almeno questo già limitato servizio venga mantenuto. Inviterei pertanto i vari partiti a lasciare da parte facili strumentazioni politiche e populistiche eziologie che lasciano il tempo che trovano ma inviterei tutti gli attori ed i rappresentanti della politica locale a farsi portavoce insieme con noi presso la Regione di queste istanze. Nonostante il nostro territorio sia baricentrico rispetto ai presidi di Sondrio, Gravedona e Lecco, ci chiediamo quale possa essere la risposta da parte dell’Asst alla gestione dell’ordinarietà, dell’acuzia e della cronicità dei nostri cit-tadini tenendo in considerazione che Comuni come Gerola, Valmasino, Tartano e Mello distano almeno 50 minuti dai nosocomi sopra elencati. Sondalo, se va bene, 120 minuti».