Morbegno, i legali di Passamonti: "Ci vediamo in Cassazione"

Dopo l’Appello parlano gli avvocati della difesa. E c’è il rischio nullità

Gli avvocati difensori di Silvano Passamonti

Gli avvocati difensori di Silvano Passamonti

Morbegno (Sondrio), 4 aprile 2019 - Gli imputati ora sperano nella Corte di Cassazione, ma in molti hanno anche un altro asso da giocare e che potrebbe «costare» la nullità del processo. Il giorno dopo la sentenza in Corte d’Appello per il cosiddetto «processo Passamonti», è il momento per gli avvocati difensori di pensare alla prossima mossa.

I big del procedimento penale, coloro che avevano le posizioni più delicate e che, all’inizio delle indagini, finirono pure in carcere o agli arresti domiciliari, si preparano infatti a presentare ricorso in Cassazione. Tutti, ad eccezione di Simona Vitali, accusata di concussione per essersi adoperata per reperire i terreni a Cercino per favorire l’insediamento industriale di Roberto Galperti (che per questa vicenda ha patteggiato prima di arrivare in aula), ma assolta con formula piena, per non aver commesso il fatto, dai giudici milanesi. «Sono molto soddisfatto – il commento dell’avvocato Giammarco Brenelli – finalmente è emerso che la mia assistita si è limitata a predisporre la documentazione, senza nemmeno sapere cosa ci fosse dietro. In realtà, dietro non c’era nulla di quello che ha sostenuto l’accusa. Nel processo non erano nemmeno emersi elementi per una generale situazione di minaccia nella zona visto che vi era stato il consenso nelle assemblee pubbliche e nelle delibere del Comune». La posizione più pesante era, ed è, quella di Silvano Passamonti, ex presidente della Comunità montana di Morbegno, condannato a 7 anni e 3 mesi di reclusione, quasi due anni in meno rispetto alla pena inflitta in primo grado, ma pur sempre pesantissima e che, se confermata, significherebbe per lui detenzione in carcere in virtù della legge «spazzacorrotti» che non consente di usufruire di misure come l’affidamento ai servizi sociali o la messa in prova. Lo sconto di pena, però, viene visto come un segnale positivo dagli avvocati, che ora sperano nel terzo grado di giudizio. «Con la significativa riduzione della pena – hanno commentato infatti gli avvocati Ettore Traini e Aldo Turconi, legali di Passamonti - abbiamo ottenuto un ulteriore riconoscimento della infondatezza dell’accusa. Attendiamo le motivazioni della sentenza per proporre ricorso in Cassazione per ottenere il pieno ed incondizionato riconoscimento della innocenza di Passamonti da tutte le accuse ingiustamente mosse».

Ma sul processo aleggia anche lo spettro dell’annullamento, poiché nell’avviso di fissazione dell’udienza preliminare gli imputati non sono stati avvisati che sarebbero stati giudicati in contumacia qualora non si fossero presentati in udienza senza legittimo impedimento. Un cavillo legale, che permetterebbe agli imputati che non si sono mai presentati in aula di chiedere l’annullamento.