Minori in affido e non accompagnati "I costi siano a carico dello Stato"

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Nei giorni scorsi l’amministrazione di Ceretto Lomellina, paese di 184 anime in provincia di Pavia, è stato costretto a dichiarare fallimento perché non riusciva più a far quadrare i conti dovendosi occupare, per i prossimi 4 anni, del mantenimento di tre ragazzine in affido che costano oltre 93mila euro l’anno. Troppi per riuscire a tenere in equilibrio il bilancio. A Como non va tanto meglio, solo nei primi otto mesi dell’anno ne sono stati censiti ben 165 non accompagnati, ai quali vanno sommati quelli in carico al Comune perché dati in affido dal tribunale. Ognuno di loro costa 130 euro a giorno mentre lo Stato ne riconosce solo 71, con la differenza che rimane a carico della città. "Sulla necessità di proteggere e tutelare sempre e comunque il preminente interesse dei minori, prevedendo interventi adeguati nelle situazioni di pregiudizio, non si discute - ha preso posizione il presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra - Ma non è più da tempo sostenibile che gli oneri derivanti da tale funzione debbano gravare sui bilanci comunali". Lo Stato insomma deve farsi carico di tutte le spese. "Si tratta di garantire diritti fondamentali e livelli essenziali di prestazione.

Come tali, devono essere garantite, come previsto dalla Costituzione, ai Comuni risorse adeguate e sufficienti - conclude - Risorse che non possono gravare solo sulle disponibilità finanziarie di ciascun Comune. Ceretto Lomellina non è un caso limite: sono numerosissimi i comuni che, ogni anno, per far quadrare i bilanci e per garantire le spese di tutela dei minori, arrivano a tagliare intere poste di bilancio e a comprimere servizi essenziali".