MILLA PRANDELLI
Cronaca

Stelvio, sfiducia e paura: "Ovini chiusi nelle stalle per salvarli dai lupi"

Sondrio, gli imprenditori più piccoli non portano più i capi in quota. Così salgono le spese tra maggior consumo di fieno e calo delle nascite

Salvataggio di una femmina di lupo da parte dei Forestali. Era rimasta intrappolata nel filo di ferro dei bracconieri

Salvataggio di una femmina di lupo da parte dei Forestali. Era rimasta intrappolata nel filo di ferro dei bracconieri

Valfurva (Sondrio) – Nel Parco Nazionale dello Stelvio nei giorni scorsi sono ricominciate le predazioni di animali da allevamento. Per questo gli agricoltori preferiscono tenere i loro animali nelle stalle piuttosto che in quota, ritenendolo meno rischioso. Lo comunicano l’Associazione nazionale per la tutela dell’ambiente e della vita rurali e il Comitato per la tutela delle persone dagli animali e dai lupi.

«A Madonna dei Monti una pecora è stata trovata morta, consumata nel giro di poche ore. Ma il personale del Parco dello Stelvio non ha voluto riconoscere la responsabilità del lupo – spiegano dall’associazione – Con la difficoltà di ottenere gli indennizzi, con la paura del lupo, con i costi in crescita per maggior consumo di fieno e meno nascite per via dello stress, con la crescente dissuasione del pascolo libero, gli allevatori ovicaprini del Parco stanno riducendo gli animali allevati. Non è però accettabile l’esproprio degli usi civici, l’abbandono dei pascoli e dei prati e il degrado della montagna. Gli allevatori chiedono soluzioni: lasciateci mantenere i capi sui terreni dove abbiamo il diritto di pascolo impedendo lo sconfinamento con idonee recinzioni". Se non il lupo, chi? Qualcuno parla di cani inselvatichiti ma l’associazione e il comitato sono convinti che si tratti di lupi.

«È assodato che in zona vi sia una lupa gravida con un figlio – rimarcano – Un allevatore in particolare negli ultimi 2-3 anni si è visto predare 49 ovini e sostiene di aver visto a più riprese anche l’orso. Perché non informare la popolazione di queste presenze?". Di fatto tra gli allevatori c’è un clima di sfiducia e paura. Molti, specie i più piccoli, raccontano di avere ridotto il numero dei capi allevati.

Con la presenza dei predatori le pecore e le capre devono essere tenute in stalla più a lungo, con pesanti costi in termini di provvista di fieno. Roberto Compagnoni, presidente del Comitato per la tutela delle persone e degli animali dell’Alta Valtellina che ha raccolto migliaia di firme perché la Regioni adotti serie misure di sicurezza in presenza dei lupi, li definisce "sempre più spavaldi".