
Salvataggio di una femmina di lupo da parte dei Forestali. Era rimasta intrappolata nel filo di ferro dei bracconieri
Valfurva (Sondrio) – Nel Parco Nazionale dello Stelvio nei giorni scorsi sono ricominciate le predazioni di animali da allevamento. Per questo gli agricoltori preferiscono tenere i loro animali nelle stalle piuttosto che in quota, ritenendolo meno rischioso. Lo comunicano l’Associazione nazionale per la tutela dell’ambiente e della vita rurali e il Comitato per la tutela delle persone dagli animali e dai lupi.
«A Madonna dei Monti una pecora è stata trovata morta, consumata nel giro di poche ore. Ma il personale del Parco dello Stelvio non ha voluto riconoscere la responsabilità del lupo – spiegano dall’associazione – Con la difficoltà di ottenere gli indennizzi, con la paura del lupo, con i costi in crescita per maggior consumo di fieno e meno nascite per via dello stress, con la crescente dissuasione del pascolo libero, gli allevatori ovicaprini del Parco stanno riducendo gli animali allevati. Non è però accettabile l’esproprio degli usi civici, l’abbandono dei pascoli e dei prati e il degrado della montagna. Gli allevatori chiedono soluzioni: lasciateci mantenere i capi sui terreni dove abbiamo il diritto di pascolo impedendo lo sconfinamento con idonee recinzioni". Se non il lupo, chi? Qualcuno parla di cani inselvatichiti ma l’associazione e il comitato sono convinti che si tratti di lupi.
«È assodato che in zona vi sia una lupa gravida con un figlio – rimarcano – Un allevatore in particolare negli ultimi 2-3 anni si è visto predare 49 ovini e sostiene di aver visto a più riprese anche l’orso. Perché non informare la popolazione di queste presenze?". Di fatto tra gli allevatori c’è un clima di sfiducia e paura. Molti, specie i più piccoli, raccontano di avere ridotto il numero dei capi allevati.
Con la presenza dei predatori le pecore e le capre devono essere tenute in stalla più a lungo, con pesanti costi in termini di provvista di fieno. Roberto Compagnoni, presidente del Comitato per la tutela delle persone e degli animali dell’Alta Valtellina che ha raccolto migliaia di firme perché la Regioni adotti serie misure di sicurezza in presenza dei lupi, li definisce "sempre più spavaldi".