DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lupi in Lombardia, 100 predatori e più di venti branchi: “Vanno contenuti come i cinghiali”

Esemplari in costante aumento, la popolazione più numerosa in Oltrepò. Mai attacchi all’uomo, per sfamarsi aggrediscono le pecore al pascolo. “Nel 2023 dalla Regione 70mila euro di indennizzi. Le reti? Insufficienti”

Un branco di lupi nella Bergamasca: maschio, femmina e quattro cuccioli (Ansa/De Pascale)

Un branco di lupi nella Bergamasca: maschio, femmina e quattro cuccioli (Ansa/De Pascale)

“Al lupo! Al lupo!" in Lombardia. Non è il falso grido di allarme del pastorello annoiato di guardia alle pecore di cui racconta Esopo in una delle sue favole più conosciute. In Lombardia i lupi ci sono davvero e sono sempre più numerosi: sono diventati un centinaio e si aggirano in una ventina di branchi, mentre nel 2022 erano al massimo 90. E più diventano numerosi, più aumentano gli animali allevati che sbranano per nutrirsi, specialmente pecore.

Per questo c’è chi chiede di contenerli, cioè di cacciarli, come i cinghiali o le nutrie. La zona più popolata di lupi è quella dell’Oltrepò Pavese con circa 25 esemplari suddivisi in una mezza dozzina di branchi. Ci sono poi branchi nel Lodigiano e nel Cremonese. Un altro, di almeno cinque esemplari, si è stabilito in pianta stabile tra il Nord della provincia di Como e il Canton Ticino in Svizzera. Ci sono poi due branchi tra la Valchiavenna e l’Alto Lario che sconfinano sempre in Svizzera. Una decina di lupi scorrazza pure tra l’Alta Valcamonica e la provincia di Trento. Altri si spostano tra la provincia di Sondrio e il Bresciano. È stata inoltre accertata la presenza di branchi che prima non si conoscevano nel Parco dello Stelvio e tra la Val Seriana e la Val di Scalve nella Bergamasca. Ci sono poi i lupi in dispersione, giovani esemplari che lasciano il branco per cercare di costruirne uno proprio.

Dal 2012 sono state accertate trecento predazioni, tutte contro animali liberi al pascolo, mai in recinti o stalle, tanto meno mai attacchi contro esseri umani. Le richieste di risarcimento liquidate a pastori e allevatori sono in crescita: 7 nel 2017, 17 nel 2018, altrettante nel 2019, 21 nel 2020, 69 nel 2022 e nel 2023 un centinaio. In base agli ultimi dati certi elaborati dagli esperti di Ersfaf, l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste, negli ultimi dieci anni fino al 2022, si sono contano 130 attacchi di lupo a capi di bestiame: 54 in provincia di Brescia, 31 in quella di Sondrio, 17 nel Comasco, 8 in provincia di Bergamo, 2 in quella di Lecco, 1 tra Milano, Mantova e Varese. L’aggiornamento delle statistiche è in corso.

“Nel 2023 le predazioni sono state un centinaio e ammonta circa 70mila euro l’importo degli indennizzi", spiega Giacomo Zamperini, consigliere regionale lecchese di Fratelli d’Italia, presidente della Commissione Montagna e coordinatore di un gruppo di lavori su lupi e grandi predatori in Lombardia. Per ogni animale ucciso dai lupi infatti Regione Lombardia eroga il risarcimento tramite una polizza.

Il Pirellone inoltre finanzia l’installazione di apposite reti di protezione anti lupo. Nel 2019 sono stati 59 gli imprenditori agricoli che ne hanno beneficiato per 250mila euro di contributi, nel 2022 46 per 220mila euro. Per il prossimo bando è stato stanziato un milione di euro per installare altri recinti, sia fissi, sia mobili, elettrificati e non.

“I lupi rappresentano un problema reale, la loro presenza in Lombardia è in costante crescita, nelle zone montane e anche in pianura – avverte Zamperini -. La prevenzione con reti elettrificate e indennizzi non sono più sufficienti. Ritengo sia necessario lavorare tutti insieme per arrivare alla predisposizione di un piano di gestione e contenimento di questa specie, come avviene già per nutrie e cinghiali”.