Lovero, 250 meli tagliati: c’è una pista nell'indagine

Potrebbe essere stata l’azione di chi è stanco degli anticrittogamici

Raccolta mele

Raccolta mele

Lovero, 13 aprile 2019 -  Una ripicca, forse una vecchia faida tra vicini, o una rappresaglia contro l’uso di antiparassitari nei frutteti alla base dell’atto vandalico avvenuto nottetempo in un frutteto tra Lovero e Sernio, dove sono state devastate 250 piante di mela.

Nella zona in molti sono certi si tratti di un attacco nei confronti dell’agricoltore Giulio Gnali, a cui la cooperativa Melavì, col presidente Bruno Delle Coste, ha offerto appoggio, anche economico. «Di fronte a una tale vigliaccata – ha affermato Delle Coste - come cooperativa vogliamo condannare pubblicamente l’atto ed esprimere la nostra solidarietà. Nella prossima riunione del Consiglio di amministrazione proporrò di destinare un contributo straordinario al nostro socio per aiutarlo a sostenere le spese per il nuovo impianto». L’azienda di Gnali ha sede a Sernio, ma il frutteto si estende tra due Comuni. E nella zona abitanti e frutticoltori sono certi si sia trattato di una vendetta personale. «Qualcuno ha voluto colpire lui – dice un residente -. Forse c’è dietro qualche lite tra vicini di terreni». In effetti, in passato si sono verificati episodi simili, e si trattava sempre di attacchi personali.

Questa volta, però, la vicenda si fa più misteriosa, anche perché Gnali non ricopre cariche istituzionali. Ad esempio, nel 2013 venne raso al suolo il meleto a Biolo di Sernio del funzionario dell’ufficio tecnico della Cm di Tirano Emanuele Contessa, chiamato il geometra dei Comuni perché dopo la convenzione fra i Comuni di Lovero, Tovo, Vervio e Sernio con la Cm, si occupava dell’edilizia pubblica e privata dei piccoli borghi. E a Lovero, una quindicina di anni fa, fu preso di mira un agente della Polizia Provinciale, mentre nel 2010 toccò ad un consigliere della Coav trovare la brutta sorpresa nel meleto. Insomma, non è una novità. Da evidenziare anche l’ipotesi di un vandalo-ambientalista, sollevata da qualcuno su Facebook, che si sarebbe scagliato contro il meleto perché stanco dell’utilizzo, lì, di antiparassitari che creerebbero problemi all’ambiente e non solo.