EMILIO
Cronaca

Lo strabismo?. Vardà sull’ass di furmaggitt

Nel mondo del dialetto, Emilio Magni racconta l'origine di un antico modo di dire legato alla preparazione dei formaggi. Un enigma rimane irrisolto: il significato di "barlisch".

Magni

Era spesso spietata la chiacchiera dialettale che andava infatti sempre al sodo. L’altro giorno nella nostra piccola congrega di amanti del dialetto, una bella, chiamiamola con un po’ di vanità, “accademia“, è strisciata una delle tante domande avanzate da qualcuno degli “accademici“, il quale propone un modo di dire, ormai dimenticato e ne vuole conoscere il significato. Il quesito è venuto dal Cesarino, uno dei più attivi in questo dialogo a più voci, il quale ha buttato lì: "Ma perché se diss quel lì el varda su l’ass di furmagitt per indicare uno che è strabico?". Il quesito sollevato dal Cesarino è stato trasferito al bar dal Carletto. Ma in un primo momento un silenzio imbarazzato si è posato sui tavoli dove erano seduti gli amici. Poco dopo però a stemperare l’imbarazzo ha provveduto l’Aristide, detto “Risti“: "La cosa è semplice, il modo di dire è riferito al casaro quando è intento a preparare i formaggini". Poi si è spiegato meglio. Secondo lui infatti il casaro poneva i formaggini appena pronti su un asse che a sua volta posato vicino alla finestra aperta perché i formaggini prendessero più aria e quindi asciugassero in fretta. Però il piccolo locale del caseificio era a piano terra e quindi il casaro temeva l’azione di qualche ladruncolo che infilate le mani nella finestra e si fregasse qualche cacio. Ecco quindi che con un occhio guadava il lavoro che stava facendo e con l’altro "el vardava l’ass di furmagett". Un altro modo di dire usato dal dialetto per indicare uno che "guarda sull’asse dei formaggini" è "quel lì el varda in barlisch". Cosa significa questo “barlisch“? Mistero assoluto: nessuno ha saputo spiegarlo, nonostante il vortice delle mail che sono circolate sui computer degli amici della nostra congrega e che ponevano il problema sul tavolo. Quello che forse si è più avvicinato è stato come al solito “Luis de Melz“ (Luigi Manzoni di Melzo), enciclopedico e grande appassionato del dialetto. Il termine potrebbe derivare da “barlich“, uno dei tanti nomi dati al Diavolo.

mail: emiliomagni@yahoo.it