MICHELE PUSTERLA
Cronaca

Livigno, Tea storica trasformata in “casa vacanze”

L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ordina l’abbattimento di vecchia baita di Livigno stravolta e diventata uno chalet di lusso

di Michele Pusterla

Tre anni fa Lucia Silvestri, vedendo che erano in corso i lavori di sistemazione di un’antica Tea adibita a stalla, ha chiesto ai proprietari della stessa di eliminare la servitù di passaggio con le auto davanti a casa sua perché riteneva che, con quella trasformazione, si sarebbe creata una situazione di pericolo dal più frequente passaggio di auto. proprietari negarono alla Silvestri questa possibilità, per cui la stessa fu costretta a contestare davanti al Tar l’intervento edilizio di trasformazione di questa Tea in una nuova casa turistica. Il Tar, nel giro di poco tempo, ha accolto le pretese della livignasca (assistita dall’avvocato Bruno Santamaria del Foro di Monza che è uno dei maggiori esperti italiani di diritto amministrativo), ritenendo assolutamente illegittima quella trasformazione per cui, all’esito di quella causa, ne doveva derivare la demolizione di quanto era stato realizzato. Sia il Comune che i proprietari della Tea, però, fecero ricorso al Consiglio di Stato e quest’ultimo rincarò la dose ritenendo che quanto era stato realizzato non poteva assolutamente essere fatto e che, anzi, la Tea doveva essere comunque salvaguardata perché bene storico: invece era stata totalmente stravolta e quindi non era più esistente. Conseguenza necessaria: l’abbattimento della nuova costruzione. Il Comune di Livigno, cercando di salvare il salvabile, aveva disposto un abbattimento parziale, salvaguardando una porzione in quanto riteneva di dover tutelare l’affidamento del privato a cui il Comune aveva rilasciato il permesso di costruire. Ancora una volta la battagliera Silvestri (sempre assistita dal legale monzese) si è rivolta ai giudici del Tar di Milano i quali, senza mezzi termini, dispongono il necessario abbattimento totale. I proprietari hanno interpellato nuovamente il Consiglio di Stato facendo leva su questo affidamento, scaricando la colpa sul Comune, come se a sbagliare fosse stato solo il Comune e non anche il privato che, oltretutto, avrebbe rappresentato in modo difforme il reale stato originario dei luoghi.

A proposito dell’affidamento del privato a cui viene annullato il permesso di costruire la giurisprudenza del Consiglio di Stato è abbastanza ambigua poiché alcune sentenze sostengono che vada salvaguardato, principalmente, il privato a cui è stato annullato il provvedimento, mentre altre sostengono che vada salvaguardata la legalità, specie quando c’è di mezzo anche l’interesse di un vicino, come nel caso di Livigno, "che è stato leso da questo intervento illegittimo", sottolinea il legale.

Quindi la questione è stata rimessa all’Adunanza Plenaria (si tratta di un Collegio straordinario convocato per questioni molto importanti di diritto), vale a dire a tutti i presidenti di tutte le sezioni del Consiglio di Stato che hanno dovuto affrontare la questione e fornire un indirizzo unanime. La decisione finale è stata quella che va tutelata principalmente la legalità e l’interesse del vicino. "La Silvestri, pertanto, ha ragione - rimarca Santamaria - e, quindi, il Comune deve intervenire per far rimuovere la costruzione". Posto che i proprietari di queste costruzioni hanno paventato l’impossibilità della riduzione in pristino, come dispone la legge, l’Adunanza Plenaria ha, allora, rimesso alla sezione del Consiglio di Stato l’onere di fare questa verifica poiché è abbastanza inverosimile che non possa essere demolito quanto realizzato, tanto più che la Tea non esiste più, come affermato dal Consiglio di Stato e la tutela della vicina Silvestri deve essere effettiva, come ha rimarcato l’Adunanza Plenaria. Ora la speranza dei costruttori di mantenere in piedi l’intervento è veramente legata ad un filo molto sottile, mentre Silvestri sta vedendo l’epilogo di questa lunghissima vicenda che l’ha vista doversi sostituire agli Enti che avrebbero dovuto, invece, far rispettare la legalità e la tutela dell’ambiente, i quali, al contrario, hanno resistito fino all’ultimo per mantenere in piedi le costruzioni, nonostante ormai parrebbe sia accertato, definitivamente, che trattasi di costruzioni illegittime.

"La mia assistita – sottolinea l’avvocato Santamaria - intende continuare e concludere questa battaglia offrendo, ancora, il suo supporto alla giustizia, provvedendo a far redigere una perizia da parte di un ingegnere che dimostri chiaramente, cosa che sarebbe in grado di dimostrare chiunque, che quella costruzione può e deve essere demolita e la Tea, invece, per scelta degli originari proprietari, è ormai inesistente e non più recuperabile. L’ultima parola spetterà al Consiglio di Stato, ma quest’ultimo deve attenersi scrupolosamente a quanto ha già stabilito l’Adunanza Plenaria".