Le aziende lariane gettano la spugna La crisi peggiore nelle costruzioni

Camera di Commercio: è sceso del 3,6% il numero delle imprese sui due rami del lago di Como. In totale si tratta di 216 attività in meno: 152 in provincia di Como e 64 in quella di Lecco.

Le aziende lariane gettano la spugna  La crisi peggiore nelle costruzioni

Le aziende lariane gettano la spugna La crisi peggiore nelle costruzioni

di Roberto Canali

È calato del 3,6% il numero delle imprese sui due rami del Lario, in diminuzione di 1.382 attività in provincia di Como e 1.287 a Lecco, pari rispettivamente a -2,9% e -5%. "Un calo dovuto in buona parte a operazioni di pulizia del Registro delle imprese - spiega alla Camera di Commercio - con l’eliminazione di tutte quelle attività che non sono più operative da anni". Il trend però rimane negativo anche depurandolo dagli adempimenti d’ufficio e alla fine nei primi tre mesi del 2023 le imprese che hanno chiuso sono state più di quelle che hanno aperto. In totale si tratta di 216 attività in meno: 152 a Como e 64 a Lecco. Le imprese lariane nate tra gennaio e marzo sono state 1.330 (rispettivamente 865 e 465), con un calo del 7,4% rispetto ai primi tre mesi del 2022. In netta perdita Como che ha registrato un calo dell’11,2% mentre Lecco in controtendenza ha registrato una lieve salita pari al +0,4%. Le chiusure si sono attestate a 1.546: per i due terzi a Como con 1.017 aziende che hanno gettato la spugna, mentre a Lecco sono state 529. Le uniche a crescere sono le società di capitale (+1,3%) mentre quelle di persone sono diminuite del 9,2% e le imprese individuali hanno subito un calo del 4,4%. Per quanto riguarda le categorie produttive il 21,8% delle imprese lariane opera nel comparto del commercio, il 17,1% nelle costruzioni, l’11,7% nei "servizi finanziari, assicurativi e immobiliari". Lecco ha una quota quasi doppia rispetto a Como del metalmeccanico (9,1% contro 4,9%) e ha una concentrazione maggiore di aziende commerciali (22,5% contro 21,4%); a Como hanno un peso superiore le imprese del "tessile-abbigliamento" (2,7% contro l’1,1% di Lecco), del "legno, carta e arredo" (2,9% contro 1,4%), degli altri servizi (9,5% e 8,3%) e del "turismo e ristorazione" (8,5% e 7,6%). Tutti i settori del manifatturiero sono in calo anche se i dati più negativi si registrano nelle costruzioni dove le aziende che hanno chiuso sono 723, pari al 5,8% del totale, poi c’è il metalmeccanico con 225 attività in meno (-4,7%) e il tessile abbigliamento (109 aziende pari al 6,6% del totale). Nel terziario, crescono le "attività professionali, scientifiche e tecniche", l’"istruzione, sanità e assistenza sociale" e le "attività artistiche, sportive e di intrattenimento", calano soprattutto commercio (-758 imprese, pari al -4,6% del totale), "turismo e ristorazione" (-382: -6,1%).