SARA BALDINI
Cronaca

L’aquila reale. Un occhio solo ma torna a volare

Il giovane esemplare ribattezzato Matteo come i volontari che lo hanno curato un anno.

Il giovane maschio di aquila reale è stato liberato in Val Fontana

Il giovane maschio di aquila reale è stato liberato in Val Fontana

Con un occhio solo, ma Matteo è tornato a volare alto. È sempre un piacere raccontare storie a lieto fine e quella di Matteo rientra a pieno titolo in questa categoria. A svelarla sono Gianluca Cristini, dirigente del Settore agricoltura, ambiente, caccia e pesca della Provincia di Sondrio, e Maria Ferloni, responsabile dell’Ufficio faunistico provinciale. Il protagonista è un giovane maschio di aquila reale, che lunedì scorso ha potuto riprendere a dispiegare le proprie possenti ali, dopo un lunghissimo periodo di convalescenza. Il 28 agosto dello scorso anno il rapace fu trovato nelle vicinanze di una baita in Val Cervia, nel comune di Fusine, assai malconcio: presentava una grave ferita all’occhio sinistro, verosimilmente riportata in seguito allo scontro con un altro esemplare adulto. Recuperato da una guardia venatoria volontaria, le sue condizioni apparvero subito critiche: debilitato, denutrito e con una seria infezione che ha poi purtroppo comportato la perdita dell’occhio.

La giovane aquila reale è stata affidata alle cure del Centro recupero animali selvatici della Provincia di Sondrio, il Cras che ha sede a Ponte in Valtellina, dove ha ricevuto assistenza continuativa per diversi mesi. Nonostante la cecità parziale - per altro un fattore potenzialmente invalidante, per un rapace diurno che ha proprio la vista straordinaria tra le caratteristiche peculiari - l’animale ha mostrato nel tempo di aver recuperato forza, autonomia e pure l’indispensabile capacità predatoria. Troppo rischioso però, “restituirlo“ al cielo, così grazie alla collaborazione con il Cras Wwf Valpredina di Cenate Sopra (Bergamo), il 5 giugno scorso è stato applicato all’aquila un dispositivo gps a energia solare, per permettere un monitoraggio costante dei suoi spostamenti.

Il segnalatore, installato dal responsabile e dal veterinario del centro bergamasco, consente di ricevere dati geolocalizzati a intervalli regolari, utili a valutarne l’adattamento all’ambiente naturale. Dopo alcuni giorni di osservazione tecnica, si è deciso, quindi, di procedere alla sua liberazione: l’aquila è stata rilasciata in un’area tranquilla della Val Fontana, dove ha ripreso il volo sotto lo sguardo attento degli operatori e dei volontari coinvolti. Al giovane esemplare è stato dato il nome Matteo, in omaggio ai tre Matteo – volontari e tecnici – che hanno contribuito con dedizione al buon esito del progetto. Il suo volo è oggi simbolo di speranza, resilienza e di una virtuosa sinergia tra istituzioni, centri specializzati e cittadini attenti alla tutela della fauna selvatica.