Laghi e torrenti al limite campi allagati e disagi. Gli ambientalisti:: "Colpa del cemento"

Danni e chiusure stradali in Brianza dopo il maltempo. Allerta per il lago di Como vicino al limite di esondazione. Critiche all'urbanizzazione in zone a rischio.

Laghi e torrenti al limite campi allagati e disagi. Gli ambientalisti:: "Colpa del cemento"

Laghi e torrenti al limite campi allagati e disagi. Gli ambientalisti:: "Colpa del cemento"

L’aria serena, dopo la tempesta in Brianza. Per sanare le ferite inferte al territorio dall’ultima ondata di maltempo ci vorranno però giorni. La Sp 58 tra Colle Brianza e Santa Maria Hoè, che era stata interrotta da una frana, è stata riaperta ieri pomeriggio, una volta sgomberati tutti i detriti, mentre la Sp 54 tra Montevecchia e Missaglia al momento resta ancora chiusa al transito a causa di una colata di fango e vegetazione. Il livello del lago di Como continua a crescere, avvicinandosi al limite di esondazione. Pure i fiumi e i torrenti rimangono gonfi d’acqua. Molti campi sono ancora dei laghi. I tecnici del Parco Valle Lambro stanno inoltre svasando in maniera controllata il lago di Pusiano e la diga delle Fornaci a Inverigo, come la cava di Brenno a Costa Masnaga per poter contenere eventuali altre piene della Bevera. E proprio la Bevera mercoledì è esondata, sommergendo Bulciago.

"Le esondazioni di fiumi e torrenti e gli allagamenti delle aree golenali sono fenomeni assolutamente naturali, avvenuti storicamente e ciclicamente – spiega Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente Ilaria Alpi, che da tempo avverte del pericolo di situazioni simili –. Quello che invece è cambiato nel nostro territorio, da almeno mezzo secolo a questa parte, è che l’uomo ha costruito nelle medesime aree di esondazione naturale dei corsi d’acqua, determinando in questo modo un sicuro aumento dei rischi legati appunto agli allagamenti. Ora, in conseguenza degli eventi di dissesto idrogeologico, sembra che il problema sia ribaltato, ovvero si tende a ingabbiare i fiumi e i torrenti, per proteggere gli edifici costruiti nelle zone a rischio. Così nascono progetti nefasti per realizzare nuove arginature in cemento, che però non fanno altro che aumentare il pericolo". La situazione non può quindi che essere una sola, poiché le opere di difesa non basteranno mai perché il clima sta cambiano e i fenomeni estremi sono sempre più frequenti e violenti. "L’unica vera prevenzione è lo stop al consumo di suolo – sottolinea Fumagalli –. Occorre cancellare tutte le previsioni urbanistiche di edificazione non ancora attuate. Serve solo la volontà politica, che gli amministratori locali, purtroppo, non hanno. Per contenere gli allagamenti non serve intervenire sui corsi d’acqua, al contrario bisogna preservare le aree di esondazione naturale dei corsi d’acqua. Non è colpa della pioggia, è colpa del cemento".

Daniele De Salvo