
La sanità è sempre malata Si reclutano gli oss esterni
Spostare i pazienti e tirarli su e giù dai letti dove sono ricoverati e spingere barelle e carrozzine avanti e indietro per l’ospedale è veramente troppo pesante. Molti operatori sanitari e ausiliari lamentano mal di schiena e dolori alle articolazioni e si ammalano spesso per la fatica fisica. Più di metà di loro presenta limitazioni certificate.
Per questo gli oss della struttura di Stc –Servizi trasporti centralizzati – dell’Asst di Lecco per i prossimi 3 anni verranno rimpiazzati da colleghi di una società esterna, sia al Manzoni di Lecco, sia al Mandic di Merate. Il prezzo da pagare per l’ennesima privatizzazione di una fetta della sanità ospedaliera pubblica provinciale è di quasi 2 milioni di euro.
"Invece che acquistare apparecchiature idonee per salvaguardare la salute dei lavoratori come sollevatori ed evitare che si infortunino o si ammalino, si appalta ai privati un altro servizio", denuncia Francesco Scorzelli, ex caposala dell’Stc di Merate e rappresentante sindacale dei dipendenti non medici più votato tra le fila della Rsu aziendale. "Nel corso degli anni tale servizio ha visto un crescente decadimento – si legge nella delibera firmata da Paolo Favini, direttore generale dell’Azienda socio-sanitaria di Lecco -. Su 41 operatori deputati al servizio, 27 presentano limitazioni, in particolare per le mansioni di trasporto dei degenti, inerenti il numero di letti trasportabili per turno che vanno da 2 a 10 al giorno, i movimenti o le modalità di tragitto. Ci sono inoltre operatori in attesa di pensionamento, riconoscimento di inabilità o in aspettativa". Oltre ai dipendenti incaricati, ci rimette l’intera attività diagnostica. "È stata riscontrata una particolare inefficienza nelle attività di accompagnamento degenti, in quanto più invalidante a causa del maggior carico e del conseguente impatto fisico, e per tali motivi caratterizzate da un alto tasso di assenza per malattia – si legge infatti sempre nei documenti ufficiali -. Tale inefficienza si è ripercossa sui reparti di degenza, sui servizi diagnostici e sulle attività delle sale operatorie, determinando costanti ritardi di esecuzione delle indagini e degli interventi e allungando i tempi di degenza". Daniele De Salvo