La perquisizione a sorpresa. Spuntano due telefonini e le macchine per i tatuaggi

Lecco, i controlli dopo le segnalazioni di comportamenti sospetti da parte di alcuni detenuti. I sindacati: "Plauso alla Polizia penitenziaria, ma rimane irrisolta la penuria di organico".

La perquisizione a sorpresa. Spuntano due telefonini e le macchine per i tatuaggi

La perquisizione a sorpresa. Spuntano due telefonini e le macchine per i tatuaggi

Telefonate clandestine e tatuaggi illegali dietro le sbarre, proprio come nei film o nei reality sui reclusi in cella. È però successo sul lago di Como, in una piccola casa circondariale di provincia, non in uno dei grandi penitenziari di massima sicurezza a stelle a strisce dove vengono ambientati o girati i docufilm sui detenuti. Gli agenti della Polizia penitenziaria di Lecco, durante una perquisizione a tappeto nelle celle del carcere di Pescarenico hanno trovato due telefoni cellulari e una macchinetta artigianale per tatuare. A ordinare la retata sono stati la direttrice Luisa Mattina e la comandante delle guardie carcerarie Giovanna Propato, dopo la segnalazione di movimenti e soprattutto comportamenti sospetti da parte di alcuni detenuti. Ora sono in corso indagini per accertare a chi appartenessero i telefonini, chi li abbia introdotti nella struttura, come, in che modo siano stati usati e per contattare chi.

Le verifiche riguardano pure la macchinetta per tatoo. "Plaudiamo alla professionalità degli uomini e le donne della Polizia penitenziaria di Lecco – esprimono in una nota congiunta i rappresentanti sindacali di tutte le sigle -. Auspichiamo che a quanti hanno dato inizio alle operazioni possa essere riconosciuta una ricompensa". I sindacalisti parlano di condotta esemplare, anzi "eroica". Gli agenti della Penitenziaria lecchese sono infatti una quarantina, troppo pochi: dovrebbero essere almeno 10 in più. Eppure riescono a svolgere tutti i compito loro assegnati, in un contesto non facile. Per protestare contro la situazione che affrontano sono in stato di agitazione ormai da mesi. Il carcere di Pescarenico è piccolo, in parte sovraffollato e vecchio.

Attualmente i detenuti sono 70, tutti uomini e tutti in attesa di giudizio o condannati per reati non gravi, sebbene la capienza ottimale sarebbe di 53 posti. Le celle sono 38 doppie e quadruple, suddivise su quattro piani. "Una delle criticità è rappresentata dalla mancanza di spazi comuni", spiegano dall’associazione Antigone per i diritti dei detenuti, perché mancano palestra, campo da gioco e giardino esterno, un aggravio di pena non dovuto per i reclusi e una possibile polveriera per chi li sorveglia.

Daniele De Salvo