
La preparazione di un piatto di pizzoccheri
Sondrio, 7 gennaio 2018 - Grilli, cimici, bachi da seta e cavallette nel piatto? I valtellinesi, per il momento, non cedono alla “tentazione” del “novel food”. Il via libera della Commissione europea – a partire dal 1° gennaio – per la commercializzazione nell’Ue di insetti interi, sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da Paesi terzi, sembra riscuotere scarso consenso. Secondo un’indagine condotta da Coldiretti/Ixè, il 54% degli italiani è del tutto contrario alla novità e considera l’introduzione degli insetti a tavola una pietanza estranea alla cultura alimentare nazionale; il 24% degli intervistati si dice indifferente all’argomento mentre, i favorevoli, rappresentano solo il 16% e il 6% di loro ha scelto di non rispondere. Ma se il dato nazionale rivela seppur un minimo margine di “apertura” al “nuovo”, il responso dei valtellinesi che in questi giorni hanno commentato la notizia sui social è pressoché unanime: “no, grazie”.
Una questione di principio più che di gusti. E, a vincere, ancora una volta, è la tradizione. «Non sarà mai come un bel piatto di pizzoccheri», taglia corto Martino R. sulla pagina Facebook de “Il Giorno”. «Castagne patate e polenta tutti i giorni come i nostri nonni…», aggiunge Mara T. «Con tutte le cose buone che ci sono in Valtellina... », le fa eco Gianluca M. Ma c’è chi preferisce fare appello alla storia, chiamando in causa il passato. «I nostri nonni hanno patito la miseria in tempo di guerra. Hanno mangiato le peggio cose, ma non ho mai sentito nessuno raccontare di aver mangiato grilli o saltamartin...», scrive Emanuele B. Qualcun altro azzarda riflessioni diverse: «… per certi popoli si tratta di prelibatezze o alimenti essenziali per nutrirsi», spiega Sonia F. Quel che è certo è che, per i valtellinesi, la caccia agli insetti non è ancora aperta.