Un’estate, sulle montagne, costellata da numerosi interventi di soccorritori, in tanti casi per prestare aiuto a escursionisti che hanno affrontato le gite e le arrampicate in modo non adeguato, sia per quanto concerne abbigliamento e attrezzature, ma anche per livello di preparazione.
“Sono convinto che gli appelli alla prudenza non vengano accolti da chi frequenta la montagna - afferma Paolo De Luca, maestro di sci e accompagnatore di media montagna -. A mio avviso si deve creare un deterrente per scoraggiare chi si avventura in quota senza la necessaria preparazione fisica, tecnica e mentale. L’obiettivo è di salvare giovani vite umane e anche chi giovane non è più. Da più fronti si invoca una legge in grado di arginare l’impennata degli incidenti in montagna. Attualmente, infatti, non esiste una normativa con regole specifiche per la sicurezza dell’alpinista, dell’escursionista, dello scialpinista, del ciaspolatore, del cercatore di funghi e, più in generale, per chi pratica sport d’avventura".
"Per me - aggiunge De Luca, lettore da Pietracamela, borgo sul Gran Sasso d’Italia - si potrebbe modificare il decreto legislativo n.40 del 28 febbraio 2021 in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali, estendendolo anche all’alpinismo, all’escursionismo, allo scialpinismo e al torrentismo. Così come nell’attuale decreto si stabiliscono precise regole sulle piste da sci, anche nel caso di escursioni e arrampicate in montagna è necessario fissare regole più stringenti. Una soluzione potrebbe essere quella di stipulare una polizza assicurativa per le attività sportive: credo ci siano formule che coprono escursioni impegnative, discese fuori dalle piste battute e probabilmente anche salite sulle vie ferrate".
“Un valido deterrente - sostiene De Luca che punta a sensibilizzazione al problema della sicurezza - sarebbe quello di fare pagare per intero al cittadino imprudente in emergenza le costose operazioni di salvataggio in montagna, compreso quelle effettuate sulle piste da sci. Come avviene in Stati a noi vicini, come Svizzera e Francia. Un minuto di volo di un elicottero con l’equipe medica può costare 300 euro".