In attesa del duello finale primi verdetti dalle urne

Como, aspettando il ballottaggio di domenica per i due aspiranti sindaco ci sono i nomi dei silurati eccellenti esclusi dal prossimo Consiglio comunale

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di Roberto Canali

In attesa dell’esito del ballottaggio tra Alessandro Rapinese e Barbara Minghetti a Palazzo Cernezzi si fanno già i conti con l’esito del primo turno che ha di fatto spedito in soffitta tutti gli esponenti del centrodestra alla guida della città negli ultimi cinque anni. Se il sindaco uscente Mario Landriscina è stato bocciato dai partiti che l’hanno sostenuto, in particolare Forza Italia e Fratelli d’Italia, a far fuori la sua Giunta ci hanno pensato i comaschi dispensando solenni bocciature nel segreto dell’urna. Le scoppole più pesanti sono arrivate in casa della Lega dove quella che ha fatto meglio, si fa per dire, è la capolista Alessandra Locatelli che da assessore in carica in Regione Lombardia ed ex ministro nonché ex vicesindaco è riuscita a collezionare solo 157 preferenze. Cinque anni fa erano state più del doppio, ben 351, gli altri hanno fatto peggio di lei: l’onorevole Claudio Borghi Aquilini è passato da 184 preferenze a 77, il vicesindaco Adriano Caldara da 83 è sceso a 57 preferenze, solo l’assessore Alessandra Bonduri ha migliorato passando da 131 a 143 preferenze, comunque non sufficienti per entrare nel nuovo Consiglio. Non ce l’ha fatta neppure Elena Negretti, fedelissima del sindaco Mario Landriscina e unica esponente del suo gruppo civico, candidandosi con la Lega è stata la seconda più votata del Carroccio con 152 preferenze, comunque 28 in meno di quelle che si era conquistata cinque anni fa. Non sono mancate le sorprese anche tra le fila di Fratelli d’Italia che pure ha raddoppiato i propri voti: l’assessore Marco Butti che pure cinque anni fa era stato tra i più votati con 308 preferenze stavolta si è fermato a quota 214, mentre il collega Francesco Pettignano è passato da 278 a 154, ma cinque anni fa si era candidato tra le file di Forza Italia.

Nessuno di loro entrerà nel nuovo Consiglio visto che il posto spetterà a due giovani che li hanno preceduti nel gradimento degli elettori: si tratta di Lorenzo Cantaluppi con 385 preferenze e Antonio Tufano che si è fermato a quota 367. Entrato in Consiglio comunale per la prima volta cinque anni fa tra le file di Forza Italia, Tony Tufano a novembre del 2021 aveva fatto notizia perché il suo nome era finito nelle oltre 1.400 pagine dell’inchiesta della Dda di Milano che in quell’occasione aveva arrestato 54 affiliati alle ‘ndrine in Lombardia. In particolare Tufano veniva indicato dai magistrati per il suo "solido legame" con Giuseppe Valenzisi, uno dei 54 esponenti della ‘ndrangheta finiti in manette, definito "personaggio cerniera" tra gli interessi dell’associazione criminale e "l’ambito politico territoriale".