SARA BALDINI
Cronaca

Valtellina, il recordman degli sciatt: ne cucina seicento in un’ora grazie al brevetto del cugino

A Poggirdenti Pieno lo chef Bruno Scilironi sfrutta l’invenzione per cuocere in quantità le frittelle dal cuore di formaggio fuso

Lo chef Bruno Scilironi e l’“invenzione” per cuocere le frittelle dal cuore di formaggio fuso .

Lo chef Bruno Scilironi e l’“invenzione” per cuocere le frittelle dal cuore di formaggio fuso .

Seicento sciatt cucinati in un’ora da una sola persona: se non è impresa da guinness dei primati, poco ci manca. Del resto la serata andata in scena nel salone dell’oratorio di Poggiridenti Piano proprio questo prometteva "Sciatt in Musica": dunque sì note dal vivo sulle quali volteggiare, ma pure un’esplicita promessa per appagare i palati. E così è stato, con la particolarità legata al fatto che il ragguardevole numero di frittelle dal cuore di formaggio fuso – classica spiegazione che sì dà, della specialità valtellinese, a chi non l’ha mai assaggiata – è stato raggiunto grazie a un aggeggio che non ha ancora un nome, ma di indiscutibile utilità e che potrebbe avere un futuro, soprattutto nelle cucine dei ristoranti locali.

"L’idea", rivela Bruno Scilironi, lo chef della serata-sciatt che da un paio d’anni, un mercoledì sì e l’altro no, cucina per l’Associazione Anziani e Saggi di Poggi che hanno così l’occasione di trovarsi a tavola e godere di momenti di socialità, gustosa socialità "è di un mio cugino, mago dei metalli, che ha scelto me per testarne l’efficacia". Ma torniamo a ciò che ha inventato Daniele Parolo, capofficina presso Della Cagnoletta ad Albosaggia, storica ditta che si occupa di manufatti in alluminio, accaio, rame, zinco e ferro. Si tratta di uno strumento dotato di 18 punte che permettono di infilzare altrettanti cubetti di formaggio: a quel punto, questa sorta di lampadario viene immerso nell’impasto degli sciatt e, successivamente, immerso nella pentola con l’olio bollente. Non dovendo più mettere in padella uno sciatt alla volta, è evidente che l’operazione si velocizzi e, soprattutto, il risultato finale si moltiplichi di parecchio. Un’idea geniale, decisamente, che Parolo ha addirittura provveduto a ottimizzare mediante una sorta di coperchio che riesce, per così dire, a far staccare dalle punte dello strumento contemporaneamente, anziché una per una, tutte le frittelline, una volta che queste siano pronte per essere divorate, rigorsamente calde e – come vuole la tradizione – adagiate su un letto di cicorietta tagliata fine fine. Va da sé che il cugino inventore farà testare a chef Bruno anche questa novità, dopo aver incassato la piena promozione riguardo all’efficacia del modello originario. A questo punto non resta che trovare un nome per questo utensile che è riuscito a portare un soffio di novità nella classica preparazione di una delle pietanze made in Valtellina più apprezzate dai palati di tutto il mondo.

Sara Baldini