ROBERTO CANALI
Cronaca

Il mito della Rivarossi Una folla per l’ingegnere che inventò i modellini

Alessandro Rossi ha regalato sogni e divertimento ai bimbi di ogni età. A Como il quartiere Sagnino ne ha celebrato i cent’anni dalla nascita.

Il mito della Rivarossi Una folla per l’ingegnere che inventò i modellini

di Roberto Canali

Ci sono imprenditori e poi ci sono creatori di sogni, visionari o semplicemente capaci di precorrere i tempi costruendo prodotti che hanno un’anima e arrivano dritti al cuore. Un Olimpo riservato a pochi, dove un posto di riguardo spetta all’ingener Alessandro Rossi, per tutti “l’ingegner Rivarossi“, che ha costruito i trenini più belli del mondo regalando a tante generazioni di bambini la felicità. Un sogno iniziato quasi per caso nel 1945 per merito dell’intuizione geniale di quell’ingegnere veneto, era nato a Schio, appena laureato al Politecnico, che fece fortuna in provincia di Como prendendo a prestito un’idea nata all’estero, i trenini giocattolo, reinventandola fino a sublimarla nell’arte del fermodellismo. Dopo aver rilevato una fabbrica di commutatori elettrici, Asa Sas ad Albese con Cassano di cui era comproprietario il ragionier Antonio Riva, al ritiro del socio nel 1946 l’ingegner Rossi e i suoi collaboratori si specializzarono nella produzione di modelli ferroviari che allora erano prodotti soprattutto negli Stati Uniti.

L’intuizione geniale dell’ingegner Rossi fu di trasformare quello che fino allora era stato solo un giocattolo in un modellino perfetto in ogni più piccolo particolare: nacque così il mito della Rivarossi. Un successo mondiale che portò l’azienda a trasferire gli impianti a Sagnino, il quartiere di Como dove la memoria di quell’ingegnere che sapeva costruire i trenini più belli del mondo e insieme essere un padre per tutti i suoi dipendenti non è mai venuta meno. Anche oggi che la fabbrica Rivarossi non c’è più e al suo posto è sorta la piazza di un moderno quartiere residenziale, a ricordare il sogno dell’ingegner Rossi c’è un monumento dell’architetto Paolo Albano che riproduce il profilo stilizzato di una motrice.

È qui che domenica si sono ritrovate oltre 300 persone tra ex dipendenti, collezionisti e bambini di ogni età che hanno voluto celebrare con tanto di fanfara dei Bersaglieri i cent’anni dalla nascita dell’ingegnere, con delegazioni arrivate da Schio dov’era nato e Cortina d’Ampezzo dove morì il 16 ottobre 2010. La cerimonia si sarebbe dovuta tenere il 24 febbraio 2021, ma fu rinviata per il Covid e così si è scelto il giorno in cui si festeggiavano i 10 anni dalla posa del monumento a lui dedicato. "Un omaggio doveroso a un grande imprenditore che ha saputo essere anche un uomo buono e affabile, con una grande propensione verso la comunità e l’accoglienza di tutti. L’ingegner Alessandro non lasciava indietro nessuno e per questo ancor oggi è così amato – lo ha ricordato Vittorio Mottola, presidente del comitato che si è speso per realizzare il monumento – Ci fa piacere che proprio a lui sia stata assegnata la prima benemerenza del Premio don Roberto Malgesini, istituito dalla Provincia di Como".