MANUELA MARZIANI
Cronaca

I 250 anni del Fraschini. Un pezzo di storia in locandine e programmi

La mostra nel foyer ripercorre il periodo di gestione dell’Ente teatrale italiano. Da Macario a Gigi Proietti: una carrellata di artisti sul palcoscenico pavese.

I 250 anni del Fraschini. Un pezzo di storia  in locandine e programmi

I 250 anni del Fraschini. Un pezzo di storia in locandine e programmi

I disegni di Dario Fo nelle locandine dei suoi spettacoli, le scene firmate da Emanuele Luzzati e la citazione di Renato Guttuso come autore di bozzetti per Liolà di Pirandello: in occasione dei 250 anni del teatro Fraschini, come da uno scrigno è uscito un tesoro. Locandine e programmi, stralci di un pezzo del teatro italiano tornano improvvisamente a rivivere. Lo fanno in una mostra dal titolo “Uno sguardo dal ponte“ (la pièce di Arthur Miller) che la fondazione teatro Fraschini, in collaborazione con l’archivio storico, ha realizzato nel foyer di primo ordine. Inaugurata ieri pomeriggio, la “passeggiata nella memoria“ sarà visitabile tutte le sere di spettacolo fino al 31 gennaio. Si potrà vedere quando Eduardo e Peppino De Filippo, già separati artisticamente, portavano in scena le loro drammaturgie con le rispettive compagnie. Ma anche Nino Taranto, Pippo Baudo “attor giovane“ e i testi di un Maurizio Costanzo agli albori della carriera. Spazio pure a una giovanissima e già esuberante Raffaella Carrà con Gino Cervi nel “Processo di famiglia“ di Diego Fabbri (1966) e Domenico Modugno in Liolà.

"Questo materiale, praticamente inedito, fa luce su un periodo storico del Fraschini (il dopoguerra) che non è mai stato indagato a fondo – ha detto il direttore del teatro Francesco Nardelli –. Sarà esposta solo una selezione di tanto materiale archiviato, una quarantina di locandine e altrettanti programmi di sala, che ripercorreranno un lungo arco di tempo, dal 1954 al 1972".

Dai primi anni ’50 il Comune ha affidato la gestione del teatro Fraschini all’Ente teatrale italiano che ha garantito cartelloni di qualità, nei quali prevale la prosa, un appuntamento annuale con l’operetta (un vero e proprio festival di solito nel periodo delle festività natalizie).

Sul palco sono passati Macario, Wanda Osiris e Riccardo Billi, Alberto Lupo, Delia Scala, Gino Bramieri, ma anche Elsa Merlini, Arnaldo e Ave Ninchi, Tino Buazzelli, Tino Carraro, Sarah Ferrati, Tieri e la Lojodice, fino ai “giovani“ tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 Piera degli Esposti, Gigi Proietti, Adriana Asti, Ugo Pagliai. E i testi interpretati portavano la firma di Arthur Miller, Eugene O’Neill, J.P. Sartre, Jean Cocteau, Alberto Moravia, Natalia Ginzburg, Giovanni Testori, Diego Fabbri. Per quanto concerne le attività artistiche pavesi, una locandina (rappresentativa di tanti anni di attività) è dedicata ai saggi della Scuola diretta da Elena Perri Loverdos.

Poi, a fronte di valutazioni economiche, nel dicembre 1973 il Comune ha deciso di gestire direttamente il teatro, affidandolo alle competenze della commissione di vigilanza dell’Istituto musicale Vittadini.