In due secoli abbiamo perso metà del ghiacciaio del Fellaria

Il sopralluogo di Legambiente in Valmalenco: focus anche sui rischi dell’overtourism

Chiesa Valmalenco, 31 agosto 2024 – Carovana dei ghiacciai in sopralluogo sul Fellaria: scatta l’ennesimo allarme sulla situazione delle nostre montagne. E stavolta riguarda anche l’eccessiva presenza di turisti.

Gli effetti della crescente crisi climatica non stanno risparmiando neppure il “colosso” della Valmalenco, nel gruppo del Bernina. Il ghiacciaio, terzo per estensione della Lombardia dopo quello dell’Adamello e dei Forni ha perso il 46% della sua superficie dal 1850 (culmine della Piccola Età Glaciale) a oggi, passando da circa 28 chilometri quadrati a 13 chilometri quadrati includendo anche il versante svizzero (Vedretta Palù). 

Due scatti del tour della comitiva di Legambiente sul Fellaria
Due scatti del tour della comitiva di Legambiente sul Fellaria

Tra il 2022 e il 2023 la sua porzione più bassa di quota ha registrato una perdita annuale tra i 5 e gli 8 metri di spessore. Invece il suo grande lago proglaciale, che ha iniziato a formarsi dopo il 2023, in questi anni per effetto delle elevate temperature si è ampliato fino a raggiungere nel 2024 un’estensione di 222.000 metri quadri, pari a 30 campi da calcio.

Effetto overtourism

Il Fellaria, seppure non esente da segnali di sofferenza, riesce ancora a mostrare un’apprezzabile dinamicità grazie al suo bacino di accumulo molto esteso e posto ad una quota superiore 3.000 metri. A documentarlo anche i video in time lapse realizzati dal SGL grazie all’utilizzo di immagini fornite da una rete di webcam.

In occasione di questa tappa, Legambiente e il CGI hanno acceso i riflettori anche sul tema dell’overtourism, che contraddistingue sempre di più ambienti di alta quota e glaciali, come Fellaria. La presenza di sempre più turisti per periodi sempre più brevi in luoghi molto popolari della Alpi sta diventando un problema per la natura e i residenti.

È urgente, dicono da Legambiente, l’apertura di tavoli di confronto tra istituzioni, portatori di interesse locali e associazioni per affrontare il problema definendo percorsi con l’obiettivo di rendere meno impattante la fruizione dei luoghi d’alta quota.