MILLA PRANDELLI
Cronaca

Cercasi gallo cedrone in Valtellina: il Parco delle Orobie ha perso il suo simbolo

Aprica, nessun esemplare del particolare fagiano è stato rilevato. L’esperta: "In tutta la Lombardia non si superano i venti maschi"

Un gallo cedrone

Un gallo cedrone

Dove è finito il gallo cedrone, simbolo del Parco delle Orobie Valtellinesi? Al momento di lui non ci sono tracce. Se ne è parlato durante la mostra –convegno “Habitat di Lombardia: capolavori di biodiversità“, svoltosi alla Sala Congressi di Aprica. L’evento è stato organizzato dal Parco delle Orobie Valtellinesi con Ersaf e il patrocinio del Comune di Aprica ed è servito a fare il punto sui progetti in corso. Durante l’illustrazione del Progetto Bioclima: monitoraggio della biodiversità forestale in alcune aree del Parco delle Orobie Valtellinesi, a cura di Alessandra Gagliardi e Mattia Panzeri, è emerso come nei punti monitorati non sia mai stato avvistato il gallo cedrone, figura emblematica per il sito, tanto da rappresentarlo.

Gli esperti hanno lavorato a Bondone-Caronella a Teglio, a Campelli ad Albosaggia e a Gallonaccio a Forcola. Nessun esemplare è stato visto e catalogato nonostante le attività in corso da un anno per favorire l’habitat di questa specie: seppur considerata a minore preoccupazione, ha delle problematiche e la sua presenza è in calo evidente in Lombardia e nella vicina Svizzera. Secondo l’ultimo studio che ha messo in evidenza l’ipotetica presenza di gallo cedrone in Lombardia, risalente a più di dieci anni fa, la presenza nella zona delle Orobie Valtellinesi, fino ad Aprica, era medio bassa.

«La situazione è peggiorata – ha sottolineato durante il convegno, trasmesso anche online, Alessandra Gagliardi –. In Italia il trend è in diminuzione con circa 1.800-2.500 maschi. In Lombardia è stimata la presenza di 15-20 maschi, tenendo conto del versante orobico della Valtellina, della media Valcamonica e dell’alto Garda Bresciano". A causare il calo delle popolazione sono stati diversi fattori, tra cui il pascolo degli ungulati selvatici, cresciuti di numero, il disturbo antropico e selvicolture errate.