Cosio Valtellino, Galbusera e la sua grande famiglia

L’imprenditore scomparso conosceva tutti i suoi dipendenti

Galbusera e la sua grande famiglia

Galbusera e la sua grande famiglia

Cosio valtellino, 25 aprile 2018 -  «La morte di Mario Galbusera rappresenta sicuramente una grave perdita per l’intera Valtellina e Valchiavenna, innanzitutto per la persona squisita che è stata. È stato un grande imprenditore che non solo ha saputo fare crescere la sua attività produttiva». Queste le prime parole del valchiavennasco Luca Della Bitta, presidente dell’amministrazione provinciale di Sondrio. «Con i suoi biscotti – ha aggiunto il numero uno di palazzo Muzio - ha fatto conoscere la Valtellina in tutt’Italia e anche al di fuori dei confini nazionali, mantenendo però sempre una grande vicinanza al territorio e, come sua ricchezza principale, il valore dei suoi collaboratori».

Il presidente Della Bitta fu presente all’ultimo discorso pronunciato dal “re dei biscotti” in fabbrica, i suoi dipendenti, due anni fa. «Ero stato invitato anch’io – ricorda il giovane amministratore pubblico – perché c’era, in quell’occasione, il conferimento del “Lavegin d’Or” da parte dell’Associazione valtellinesi a Milano. I suoi occhi si illuminarono per la felicità, fu un momento molto emozionante, toccante anche per me. Non era la figura del padrone in mezzo ai lavoratori, ma una festa in famiglia, di quelle vere».

Il biscottificio di Cosio Valtellino, inoltre, suscita ricordi particolari nella vita del presidente: «Mi ricorda la mia infanzia, latte, caffè e i mitici biscotti di “Mago G”». Quando, nel giugno del 2006, il cavalier (onorificenza conferita nel 2002) Galbusera (appassionato di pesca e bocce) aprì le porte dello stabilimento ai giornalisti per una visita speciale illustrò l’ampia strategia di espansione e consolidamento dell’azienda che ha fatto della ricerca e sviluppo, dell’innovazione e della qualità il suo punto di forza per rispondere alle tendenze nutrizionali in atto in quegli anni.

«Garantire al consumatore prodotti sicuri e di qualità – disse, affiancato dai figli Paolo, Lorenzo e Cristina – fa parte del nostro Dna ed è in questa direzione che continueremo a lavorare rispondendo alle richieste del consumatore. Noi abbiamo un ottimo rapporto con i consumatori: ci scrivono, ci mandano mail, ci dicono i prodotti che vorrebbero. E facciamo di tutto per accontentarli».

L’ultimo saluto all’imprenditore valtellinese, “nato” professionalmente nella pasticceria di papà Ermete aperta nella città del Bitto nel lontano 1921, domani alle 10 nella chiesa di San Giovanni a Morbegno.