Dubino, quindici anni dopo la frana mortale le montagne fanno meno paura

Nel novembre del 2000 una terribile alluvione colpì Dubino, causando danni ingenti e uccidendo Luisa Bosi, 63 anni, che rimase intrappolata nella sua casa sommersa da una colata di fango di ALESSIA BERGAMINI

I volontari della Protezione Civile

I volontari della Protezione Civile

Dubino (Sondrio), 23 novembre 2015 - Nel novembre del 2000 una terribile alluvione colpì Dubino, causando danni ingenti e uccidendo Luisa Bosi, 63 anni, che rimase intrappolata nella sua casa sommersa da una colata di fango. Momenti tragici rivissuti ieri, in occasione della cerimonia in cui si sono fusi il ricordo del dramma e il festeggiamento per i quindici anni di attività del gruppo comunale di Protezione civile. A essere maggiormente colpito dagli eventi alluvionali fu il versante montuoso che sovrasta il paese. «L’evento più critico fu quello della frana di Mezzomanico, che causò anche la morte della donna – ricorda Mirco Barri, assessore alla protezione civile del Comune – Il rischio di uno smottamento a Vallate, invece, minacciò per giorni la parte est dell’abitato di Dubino. Mentre un altro smottamento si verificò in zona Monastero. Qui, una porzione di terreno costituita da materiale di riporto, scese a valle causando notevoli danni. All’epoca dei fatti il nostro gruppo di Protezione civile si era appena insediato e incontrò non poche difficoltà nell’affrontare l’emergenza». Anche se i volontari non mancarono di offrire supporto ai concittadini, facendo tutto il possibile per far fronte alla situazione.

A distanza di quindici anni molto è cambiato. Sono stati effettuati interventi di messa in sicurezza delle aree interessate dal rischio idrogeologico e il gruppo di Protezione civile è cresciuto sotto ogni punto di vista. «A Mezzomanico è stato realizzato un canale di svaso centrale e sono stati effettuati numerosi interventi di disboscamento per alleggerire il peso gravante sul Valgello – spiega ancora Barri - A Vallate, invece, si è provveduto a realizzare prese di contenimento, così come a Monastero dove, oltre alle briglie di contenimento destinate a trattenere materiale messo in movimento da un eventuale smottamento, sono state costruite strutture di contenimento. Inoltre, tutto il versante montuoso è stato interessato da opere di disboscamento».

Come detto, la situazione è cambiata anche dal punto di vista delle risorse umane in grado entrare in azione in caso di nuove calamità. «Il gruppo di Protezione civile ora conta ventotto volontari che sono cresciuti, anche dal punto di vista della formazione, grazie alle numerose esercitazioni che è stato possibile effettuare con il supporto della Provincia e del Comitato di coordinamento provinciale – commenta Valter Pilatti, coordinatore del gruppo comunale e presidente del Ccp – Il nostro gruppo oggi si occupa di logistica e cura gli aspetti legati al rischio idrogeologico».