
Davanti al Gup di Como Walter Lietti, è approdato ieri il terzo stralcio della maxi indagine condotta nel 2019 dalla Guardia di finanza di Como e dal sostituto procuratore Pasquale Addesso, su un sistema di frodi fiscali realizzato attraverso la creazione di una ventina di false cooperative del settore delle pulizie dei servizi e sui loro fallimenti, che non versavano imposte né contributi previdenziali.
In aula ieri, per la prima data dell’udienza preliminare che proseguirà a novembre, sono comparsi 56 imputati, molti dei quali chiamati a rispondere di accuse emerse successivamente, in aggiunta a condotte analoghe per le quali hanno già definito le loro condanne. Al momento, 22 imputati hanno chiesto di patteggiare, in alcuni casi anche in continuazione con pene precedenti, 7 affronteranno il processo con rito abbreviato, mentre altri sono ancora in attesa di formalizzare la decisione, o hanno già stabilito di affrontare il processo dibattimentale. Un’altra parte delle contestazioni - confluite in un unico fasciolo anche se distinte - ruota invece attorno al fallimento, avvenuto tra 2018 e 2019, dei ristoranti Pane e Tulipani di via Lambertenghi e Villa Olmo Lago srl, società quest’ultima coinvolta anche in una procedura di turbativa d’asta.
La parte riguardante le cooperative - anche in questo caso già definita in una prima fase, e ora in aula per la sua prosecuzione, fascicolo ereditato dal pubblico ministero Michele Pecoraro – coinvolge ancora alcuni appartenenti alla famiglia Ficarra, più volte comparsi nelle aule di giustizia di Como in questi ultimi anni. Questa indagine sulle sistema di cooperativa fraudolente, era stato infatti spunto per un ulteriore sviluppo da parte della Dda, sfociato in parte nell’indagine "Cavalli di razza" che a novembre aveva portato in carcere una cinquantina di persone per condotte associative. Anche in questo caso, era emerso lo stesso sistema di utilizzo delle cooperative fittizie ai fini di frode fiscale. Paola Pioppi