SARA BALDINI
Cronaca

Ecco il pane di Albosaggia. Dai campi coltivati al forno. La filiera è cortissima

Il progetto partito dalla produzione di frumento nell’azienda agricola locale. Il sindaco Murada: scongiuriamo l’abbandono di terreni di mezza montagna.

Il panettiere Vito Bardea titolare del Panificio Rigamonti che sforna pagnotte realizzare con la farina Tipo 1 dell’azienda agricola Fumasoni-Gusmeroli

Il panettiere Vito Bardea titolare del Panificio Rigamonti che sforna pagnotte realizzare con la farina Tipo 1 dell’azienda agricola Fumasoni-Gusmeroli

Una filiera corta locale che dà vita a un prodotto unico: un pane artigianale di grano tenero coltivato, macinato e panificato ad Albosaggia. Grazie alla collaborazione tra enti pubblici e privati - cinque realtà fondamentali: Fondazione Albosaggia, amministrazione comunale, Associazione fondiaria foreste orobiche (Asfo) Media Valtellina, azienda agricola Fumasoni-Gusmeroli e Panificio Rigamonti - il progetto è ora una realtà croccante e tutta da addentare: è nato il Pane di Albosaggia. "Acqua, lievito, sale, farina: gli ingredienti sono i soliti, a far la differenza è la farina – spiega Vito Bardea, titolare del panificio Rigamonti –: abbiamo optato per una di Tipo 1 che rimane più integrale e saporita, speriamo piaccia di più anche ai nostri clienti. Per ora sarà disponibile il martedì e il sabato nei nostri punti vendita, mentre i biscotti, realizzati con la medesima farina, si trovano sempre".

Il Pane di Albosaggia nasce dalla volontà di riportare al centro le risorse e le eccellenze del territorio. L’idea è stata proposta dall’amministrazione comunale, che ha individuato nel recupero dei terreni incolti e nella valorizzazione delle filiere locali un’opportunità per promuovere sviluppo e sostenibilità. "La proposta del frumento è molto semplice dal punto di vista produttivo – spiega il sindaco Graziano Murada – oltre a scongiurare l’abbandono di terreni di mezza montagna come già accaduto in passato e a garantire nuove opportunità economiche, trova il proprio naturale sfogo nella trasformazione in farina e successiva panificazione". La Fondazione Albosaggia ha raccolto questa visione e l’ha trasformata in un progetto concreto. La semina inaugurale, avvenuta l’inverno scorso nell’azienda agricola Fumasoni-Gusmeroli, ha visto l’utilizzo di due varietà moderne di grano tenero e di una varietà antica, coltivata sulle montagne in Abruzzo.

Quest’ultima, scelta per le qualità nutritive e il suo valore storico, aggiunge unicità al Pane di Albosaggia, rendendolo un ponte tra culture agricole montane italiane. Dai terreni incolti, al grano al forno: la farina viene trasformata in pane dal Panificio Rigamonti che utilizza tecniche artigianali. La lievitazione lenta, con l’utilizzo di lievito madre, e la cottura tradizionale in forno permettono di ottenere un pane dal sapore autentico, con una crosta croccante e una mollica morbida.