
La compagna Clara
Sondrio, 29 ottobre 2017 - «Luigi Malatesta è il simbolo di quello che viene chiamato l’eroismo della quotidianità: non smettere mai di continuare a fare il proprio dovere. Questo quello che stiamo cercando di ricordare dando il suo nome al blocco operatorio dell’ospedale di Sondrio, funzionante da appena un paio d’anni. Siamo qui per una grande persona che non ha fatto parlare di sé per una particolare scoperta, ma per la sua fedeltà al lavoro che si è scelto». Così il dottor Riccardo Bertoletti, direttore medico dell’ospedale, ha introdotto l’intitolazione del blocco operatorio al dottor Malatesta, anestesista rianimatore, scomparso prematuramente il 7 marzo di quest’anno.
Davanti alla targa, posizionata di fronte alle sale, c’erano la compagna Clara con in braccio il piccolo Enrico, la famiglia di Malatesta e i suoi cari, e intorno gli amici. La targa è stata benedetta dal nuovo arciprete di Sondrio, don Christian Bricola, che si è rivolto al figlio di Malatesta: «Enrico guarda quanta gente vuole bene al tuo papà, quanta gente lo stima. Il tuo papà dal cielo ti aiuterà sempre». «Siamo orgogliosi di questa intitolazione – ha detto il dottor Maurizio D’Alpaos – Grazie alla direzione dell’Asst e a tutti coloro che si sono prodigati per questo momento, in particolare il dottor Enrico Beretta della rianimazione. Luigi seguì le orme del padre, scomparso quando era ragazzino, e studiò laureandosi e specializzandosi, per diventare anche lui anestesista rianimatore. Nel 2004 arrivò in Valle per vivere l’esperienza di diventare anestesista di elisoccorso. Era un bravo medico, una brava persona. Abbiamo condiviso con lui un lavoro sempre difficile, con il suo aiuto noi chirurghi abbiamo lavorato bene. Dal punto di vista dell’amicizia – ha aggiunto commosso – abbiamo condiviso momenti felici, soprattutto la nascita del figlio Enrico, e quelli più difficili, come la malattia. Ricordiamo, con questo gesto, un collega eccezionale, un uomo buono, un grande amico. E se mi permettete... anche il fratello che non ho mai avuto»